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di Alice Alessandri e Alberto Aleo | 8 minuti
Ingrid Bergman è stata un’attrice svedese di successo internazionale, da molti definita come la prima diva moderna, rappresentante di un tipo di bellezza e fautrice di uno stile di vita che poi avrebbe influenzato tutte le sue colleghe a venire e che è ancora molto attuale ai nostri giorni. Suo figlio, Robin Rossellini, in un’intervista di qualche tempo fa definiva il comportamento di suo madre e le sue scelte finanche nel vestire, ispirate ad un concetto antico che affonda le sue radici nella più tradizionale cultura scandinava e che pare addirittura avere origini vichinghe: il Lagom.
Proviamo ad esplorarlo insieme ed a trarne qualche insegnamento utile anche per noi e il nostro lavoro.
Che cosa significa Lagom
Ecco come lo descriveva Rossellini nella già citata intervista: “È una parola intraducibile. Si tratta di un concetto che riassume l’arte di vivere scandinava, basata sulla semplicità e la moderazione. Cioè il rifiuto dell’ostentazione, del mettersi in mostra. L’eleganza sta nella sobrietà.” Se sicuramente questo concetto si applicava alla madre Ingrid Bergman, come potremmo tradurlo in indicazioni utili per il nostro business e il nostro lavoro, soprattutto in questa fase delicata di rientro?
Sul Lagom si è scritto molto, gli sono stati addirittura dedicati dei libri, noi proveremo nei prossimi paragrafi ad darne un interpretazione personale basata sull’idea di ricerca di equilibro tra gli opposti che per noi ne è alla base. Un bilanciamento che, evitando gli estremi, non nega le diverse nature delle forze che orientano la nostra vita e più che sedarle mira ad integrarle. Occupiamoci allora delle dinamiche contrapposizione/convivenza in 3 campi a cui il Lagom si può applicare.
Fare convivere responsabilità sociale e individualità grazie al Lagom
Anche quest’anno ci siamo recati per un lungo periodo prima di lavoro e poi di riposo in Svezia, portando con noi Ark il nostro cane-consulente (@arktheconsultantdog) che ci accompagna ovunque. Non tutti sanno che in Svezia ci sono delle spiagge bellissime e d’estate si può fare il bagno, spesso in compagnia del proprio animale domestico a patto di… prendersene la responsabilità. Chiariamoci non è che non ci siano regole in Svezia riguardo all’ingresso dei cani in spiaggia, ma gli svedesi hanno un rapporto con esse che è mediato da Lagom appunto; cioè tra il “fare” e “non fare”, tra rispettare gli altri bagnanti e il piacere di goderti un tuffo con il tuo amico scodinzolante, c’è il senso di responsabilità a far da bussola. Se sei rispettoso, moderato, sorridente nessuno ti dirà nulla, anzi vedrai sul viso dei tuoi vicini un’espressione di compiaciuta approvazione.
Nella vita e nel business mettiamo spesso in contrapposizione gli obiettivi sociali, interessi collettivi, con quelli personali e ci troviamo costretti a decidere quali privilegiare.
Il Lagom ci insegna che è possibile conciliarli attraverso il senso di responsabilità individuale, il quale ci ricorda che quel che è bene per gli altri in fondo può esserlo anche per noi e viceversa, si tratta soltanto di cogliere le somiglianze invece che concentrarsi sulle differenze.
Conciliare efficenza e svago usando il Lagom
Durante l’estate abbiamo visitato il centro “World of Volvo” una sorta di innovation lab dove la casa automobilistica mette in mostra il percorso di ricerca intrapreso in questi anni sul tema della sicurezza e più in generale la sua idea di mobilità. Tra le cose che più ci hanno incuriosito c’è stata un’auto degli anni 50′: la Duett il primo vero station wagon della storia! I pubblicitari dell’epoca descrivevano la Duett come un mezzo in grado di accompagnarti nel tuo lavoro 5 giorni alla settimana per 8 ore al giorno, ma alla sera e durante i weekend diventare un’elegante compagna di divertimento e relax.
In Svezia è stata introdotta, già un pò di tempo fa anche se non in tutte le aziende, la giornata lavorativa di 6 ore. Mediamente si sta in ufficio fino al massimo alle 17 e anche i negozi non chiudono quasi mai più tardi delle 18. Sabato la gran parte delle attività commerciali resta chiusa nel pomeriggio e la domenica, tranne rarissimi casi, ci si dedica esclusivamente alla famiglia e al relax. Inutile dire che la produttività non ne risente, anzi risulta mediamente tra le più alte d’Europa e sicuramente migliore di quella italiana.
La cultura del lavoro spesso mette in contrapposizione efficenza con qualità della vita, ore dedicate alla produttività con quelle dedicate allo svago.
Il Logam ci insegna ad essere come la Duett, cioè capaci di conciliare entrambi questi aspetti dando forma alle nostre esistenze in modo che si supportino a vicenda, convincendoci che leggere un libro sotto ad un albero a volte è molto più illuminante e risolutivo che partecipare ad un “late hours brain storming” con colleghi stanchi ed annoiati.
Semplicità e ricchezza convivono nel Lagom
Lungo la costa occidentale della Svezia, poco sopra Göteborg si incontra il paesino di pescatori chiamato Fjallbacka. Di fronte, raggiungibile solo tramite piccole imbarcazioni private, c’è la minuscola isola di Dannholmen che è stata di proprietà di Ingrid Bergman e, adesso, dei suoi eredi. Danholmen è poco più di uno scoglio di granito sul quale è stata costruita inizialmente una semplice casa in legno, piano piano ingrandita ma rimasta assolutamente sobria. Nessuno immaginerebbe che una star internazionale, una diva conosciuta e apprezzata ovunque, passasse in questo luogo molto del suo tempo.
Quando siamo arrivati a Fjallbacka, sapendo che era vicino al luogo di “vacanza” della Bergman, ci aspettavamo una località mondana, frequentata da VIP, con un’atmosfera vicina ai tanti altri luoghi cool. Niente ci aveva preparato alla semplicità del posto, alle case dei pescatori lasciate ancora intatte, allo stile di vita essenziale. Un posto dove tutti si conoscono, ma nessuno è invadente, dove potresti incontrare il CEO di una multinazionale svedese scambiandolo per un pescatore e dove il dress code del miglior ristorante del paese sono gli stivali di gomma. Non si tratta di minimalismo applicato o di una divertente benché temporanea inversione di ruoli in cui i ricchi fanno finta di non esserlo.
Chi sceglie di frequentare un posto del genere lo fa per riconciliarsi con l’essenza di questo paese, fatta di fiordi, mari freddi, ampi spazi e vita frugale. È alla ricerca di un equilibrio, il Lagom appunto, che nasce dal mettere in giusta gerarchia quello che siamo con quello che abbiamo, ricordandoci che ci è utile soltanto ciò che è funzionale alla nostra vera essenza. Il resto è occupazione entropica dei nostri stessi spazi vitali.
Superare le contraddizioni tra responsabilità sociale e individualità, integrare efficenza e qualità della vita, concedersi il lusso liberatorio dello spazio vuoto e della semplicità: potremmo concludere così il nostro breve viaggio alla scoperta del Lagom. Ma non saremmo onesti se non dicessimo che tutto ciò pare un pò utopico se non addirittura noioso alla luce della nostra italianità. I nostri stili di vita sono densi, frenetici, barocchi come la natura e la cultura dei luoghi in cui viviamo.
Cosa c’entriamo noi con il Lagom e perché integrarlo con il rischio di snaturarci? Non abbiamo una risposta logica a questa domanda che, in forme inversa, immaginiamo si sia posta anche Ingrid Bergman quando sposò il regista Roberto Rossellini, innamorandosene durante la lavorazione di un film su un’altra isola completamente diversa da Danholmen: Stromboli. E forse questa immagine poetica di inconciliabile conciliazione quella su cui riflettere per capire profondamente la filosofia del Lagom.
| partem claram semper aspice |
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