skip to Main Content

del team Passodue

È ormai tradizione che l’ultimo articolo dell’anno di questo blog sia dedicato al periodo di festa e faccia una sorta di bilancio. Riguardando oggi i post degli anni precedenti sembrano davvero passate ere dalla spensieratezza e leggerezza dei Natali passati. Quest’articolo sarà dunque diverso così come lo è stato, drammaticamente, tutto il 2020 che ci ha consegnato novità spesso incomprensibili se non addirittura indesiderate. Nella riflessione odierna vogliamo quindi polemizzare un po’ con Babbo Natale, chiedendogli perché ci abbia voluto spiazzare con “doni” non richiesti e provando così a trovare il senso profondo di cui sono stati portatori.

Alberto

Per la prima volta l’anno era iniziato con una pianificazione puntuale delle attività di Passodue. In un business come il nostro è fondamentale allocare correttamente le ore di formazione e consulenza, per assicurarsi flussi di cassa costanti e ottimizzare il tempo. Eravamo insomma partiti alla grande con un fatturato in crescita solida quando… è arrivato il lockdown e uno dei miei peggiori incubi professionali si è avverato. Tutti i programmi sono cambiati per cause fuori dal mio controllo! Non mi sono mai piaciute le sorprese, figuriamoci quelle negative, anche perché tra le mie qualità non ci sono flessibilità e capacità di improvvisazione. In quel momento mi sono anche chiesto se, in un mercato inevitabilmente concentrato sulla sopravvivenza, la business ethics sarebbe stata nuovamente relegata ad un ruolo marginale, mettendo a rischio il nostro lavoro. Per uno come me, che ha faticato nel trovare la propria strada, un cambio così repentino e inatteso era davvero troppo e, come mi capita nei momenti di difficoltà, la mia rigidità ha inizialmente preso il sopravvento facendomi rifiutare il passaggio alla formazione on-line.

Devo rendere merito ad uno dei nostri più grossi clienti che ci ha imposto di riprogrammare tutta l’attività in modalità webinar. Grazie a questa decisione subita, ho scoperto che non solo era possibile lavorare on-line mantenendo qualità ma che adattarsi ci consentiva di continuare a dialogare con le tante persone che avevano bisogno del nostro supporto. Da quel momento il business è ripartito permettendoci di mantener dritta la barra verso i nostri scopi più alti.

In questo 2020 ho ricevuto da Babbo Natale il regalo sgradito di vedere saltare programmi e certezze, ne ho però ricavato un insegnamento e una nuova consapevolezza.


Il primo è che bisogna rimanere rigidi sugli obiettivi ma flessibili sui mezzi per raggiungerli, la seconda è che sono capace di accettare il cambiamento quando riesco a trovare dentro di me la fiducia per tenere alto lo sguardo verso nuovi orizzonti.


Serena

Ricorderò il 2020 come l’anno della distanza, delle chiusure, delle mancate trasferte, dei programmi stravolti e delle agende pasticciate, del lavoro da casa e degli incontri virtuali.

Tutto questo in un primo momento mi è arrivato addosso come una catastrofe. “Proprio io (mi dicevo) che amo il contatto con le persone e lo scambio che avviene in un incontro. Io che non sono fatta per la tecnologia, che rifuggo dai social networks come mondi paralleli a cui non sento di appartenere. Eccomi qua, ogni giorno davanti al computer per incontrare allievi, colleghi, amici, persino i miei figli. Che follia!”. Mi ci è voluta qualche settimana per aprirmi alla possibilità che i dispositivi elettronici e i loro programmi non siano alieni dotati di vita propria fuori dal mio controllo, ma che posso apprenderne il funzionamento se per un attimo sospendo la convinzione “tanto non fa per me”. E così è stato.

Ora che questo anno bizzarro volge al termine mi accorgo di avere compreso molte cose.

Ho imparato che la distanza a volte è necessaria per osservare con maggior lucidità la qualità del rapporto con le persone. Ho imparato che la tecnologia non è fatta solo per chi ne è geneticamente predisposto, ma che può diventare strumento di accesso a nuove modalità comunicative. Ho imparato che è meglio compilare l’agenda a matita perché i piani possono cambiare, e che incontrare le persone attraverso il monitor può aumentare il livello di attenzione: a quel volto sullo schermo visibile in ogni espressione, all’ascolto incredibilmente più attivo per la paura di perdere qualche parola nella rete, ad attendere prima di parlare per non sovrapporre i microfoni.


Ho capito che nulla è scontato, e che la nostra quotidianità può essere continuamente reinventata dando dignità ad ogni più piccolo dettaglio.


Ti ringrazio, Babbo Natale, per avermi donato una nuova visione: ciò che prima era normale ora è diventato speciale.

Luca

Ho passato gli ultimi dieci anni a lottare per potermi finalmente dedicare a tempo pieno al mestiere che amo: insegnare ed accompagnare le persone nel loro viaggio verso la realizzazione di sé. Mi dicevo “Finalmente il 2020 è l’anno buono”! Gli eventi si erano incasellati a dovere: ero entusiasta della proposta di collaborare in maniera stabile con Passodue e mi sentivo forte dell’acquisita maturità intellettuale ed emotiva per sostenere la mia attività. Il 28 febbraio 2020 ho lasciato definitivamente il precedente lavoro, pronto a partire per la nuova avventura e…la settimana successiva è sopraggiunto il lockdown. Eccomi catapultato immediatamente nella cruda realtà del libero professionista fatta di poche tutele e ancora meno certezze. Non sapevo se e quando avrei potuto ricominciare ad insegnare, avevo lasciato un lavoro sicurissimo con stipendio fisso, dovevo sostenere i costi di una ristrutturazione e tutto questo con una figlia neonata! Wow, sembrava proprio una situazione destinata a colare a picco, un regalo davvero sgradito. Se però rileggo le prime righe che ho scritto all’inizio di questo paragrafo, mi accorgo che parlano di un sogno. E da lì infatti che sono ripartito!

Quest’anno ho ricevuto la ricetta per mantenere la rotta verso la realizzazione di un progetto che potrebbe essere così riassunta:

  • Credere nel proprio sogno perché senza la benzina primaria della fiducia e della passione non si va da nessuna parte
  • Sviluppare o acquisire le competenze per realizzarlo, chiedendo aiuto se è il caso
  • Circondarsi di persone che ti sostengono: relazioni di qualità significano qualità della vita
  • Suddividere il progetto in più step così da celebrare i piccoli successi intermedi
  • Essere pronti a mettere in discussione anche mesi di lavoro se è necessario alla vita del progetto
  • Domandarsi di tanto in tanto perché lo si sta facendo, così da non rimaner vittime di quell’arma a doppio taglio che è l’abitudine.

Già che ci sono esprimo in anticipo il desiderio per il prossimo anno: “Caro Babbo Natale, sotto l’albero mi piacerebbe ricevere una bilancia che mi aiuti a dare il giusto peso ad ogni evento”.

Milena

Quest’anno fare bilanci non è affatto facile perché quello che è successo di travolgente e dirompente nel 2020 è ancora in corso. L’esperienza pandemica del Covid ci ha proiettati dentro ad un comune destino. Siamo stati immersi, in modo veloce e inaspettato, in una situazione completamente diversa da quella che fino a quel momento era conosciuta.

Difficile dire che cosa ho imparato, più facile raccontare cosa questo “strano periodo sospeso” ha svelato. È successo che ho cominciato ad osservare e ascoltare tutto quello che avevo intorno ed è stata l’occasione per valorizzare e riconoscere l’importanza di un microcosmo che è diventato per mesi il mio mondo. Il sentirsi onde dello stesso mare mi ha dato l’occasione per riscoprirci solidali, persone capaci di trovare soluzioni anche creative per stare insieme diversamente e colmare la distanza fisica, per reinventarsi e far fonte all’immobilità della paura e dello smarrimento. “Adesso lo sappiamo quanto triste è stare lontani un metro” (Mariangela Gualtieri).


Se qualcosa ha svelato questo anno così complicato è una conversione dello sguardo, una nuova consapevolezza nel vedere con occhi diversi e amare quello che ci è stato negato.


Alla fine di quest’anno caro Babbo Natale dammi la capacità di uno sguardo in grado di illuminare possibilità nuove per il domani.

Alice

Sin da molto piccola ho dimostrato una forte propensione all’autonomia e al bruciare le tappe. Ho camminato a 9 mesi, dopo pochi giorni dall’inizio della 1^ elementare ho convinto mia mamma a lasciarmi andare a scuola da sola, a 10 anni tenevo la classe quando la maestra si assentava. Se da un lato tutto ciò mi ha consentito di accelerare i risultati, dall’altro mi ha reso caparbia (fino a rasentare la testardaggine) e poco incline ad ascoltare chi vuole decidere per me… fino a marzo 2020 quando, per la prima volta nella mia vita, ho sperimentato regole ferree imposte dall’alto e repentini cambiamenti di programma per i quali nessuno aveva chiesto la mia opinione. Per qualche settimana dopo il lockdown, ho lottato dentro e fuori di me, ho sbuffato, ho consumato l’agenda a forza di cancellare e spostare appuntamenti, ho cercato disperatamente risposte e certezze (Perché è successo? Quando finirà? Cosa accadrà?) fino a quando, finalmente, mi sono arresa! Si, mi sono arresa a me stessa, agli eventi e soprattutto alla vita.


Ho cercato il buono in quello che stavo vivendo, mi sono ricordata che sarò sempre libera dentro a dispetto di quello che accade fuori, ho lasciato fluire i cambiamenti, ho trasformato la fretta in un nuovo ritmo e usato la creatività per trovare soluzioni nuove a vecchi problemi.


Così facendo si sono aperte altre opportunità: un nuovo ufficio, nuovi clienti e progetti, nuove routine, nuovi paesaggi…

Caro Babbo Natale grazie per questi strani regali, da essi ho imparato che arrendersi a se stessi è la vittoria dell’anima sulla personalità.

– – –
L’assenza di limiti è nemica dell’arte.
(Orson Welles)
– – –

Ci sono molti modi di interpretare e rielaborare quello che è successo in questi mesi. Tutti i punti di vista meritano uguale rispetto, soprattutto quando frutto di esperienze vissute intensamente. Il nostro, come consulenti che si occupano di business ethics, non può che essere orientato all’ottimismo, perché consideriamo questo atteggiamento coerente con gli scopi che ci siamo dati come team.

Qualunque sia la vostra opinione, ricordatevi che ogni volta che siamo costretti ad affrontare un limite o uscire dalla confort zone, facciamo un salto evolutivo imparando cose nuove. Capita allora di riscoprire un’immagine di se stessi, più vera, creativa, umana e potente. Vi sembra retorica? Date un’occhiata a questo video in cui il Dott. Luca Montaguti, responsabile del reparto medicina interna dell’Ospedale Bufalini di Cesena, racconta cosa hanno imparato lui e i suoi colleghi dall’emergenza COVID.

Buone feste a tutti.

Il team di Passodue

| partem claram semper aspice |

 

Le foto utilizzate – là dove non siano di proprietà della redazione o dei nostri ospiti – sono acquistate su Adobe Stock e IStockPhoto o scaricate da piattaforme come UnSplash o Pexels.

Ti è piaciuto questo articolo e vuoi approfondire i temi?

Scopri il nostro quarto libro "Guida alle Motivazioni d’Acquisto", scritto a otto mani insieme a Luca Giorgetti e Serena Calderoni, e curato da Giovanna Rossi.

L'obiettivo di questo libro è rendere accessibili le teorie che analizzano e decodificano i meccanismi d’acquisto dei clienti, fare sì che venditori ed esperti di marketing possano utilizzarle in modo proficuo e corretto, infine anche in un contesto di mercato rispettare la diversità e complessità che ci contraddistinguono come esseri umani. 

 

Passodue, studio di consulenza e formazione, nasce nel 2012 dalla volontà di Alice Alessandri e Alberto Aleo di unire le loro esperienze per dare una svolta alla vita personale e professionale. Il progetto è basato sull’idea di cambiare la forma mentis del mercato rispetto ai concetti di “vendita”, “marketing” e “leadership” dimostrando che fare business eticamente si può e può essere assolutamente efficace.

Questo articolo ha 0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Diario di un consulente alberto aleo alice alessandri giovanna rossi
Back To Top