Skip to content
Ascolta
Getting your Trinity Audio player ready...

Tempo di lettura: 6 min

di Sara Bonacini
Scopri come gestire conflitto e violenza in azienda, prevenire escalation pericolose e creare ambienti di lavoro sicuri e inclusivi. Strategie, formazione e strumenti pratici per affrontare il problema.

Quante volte abbiamo pensato che la violenza si limiti ai paesi in guerra o alle periferie delle nostre città, dimenticando che può infiltrarsi anche nei nostri ambienti di lavoro, minando la sicurezza e il benessere psicofisico dei collaboratori? Le statistiche confermano che un numero significativo di lavoratori ha subito o assistito a episodi di violenza sul posto di lavoro.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha incluso la violenza nei luoghi di lavoro tra i principali fattori di rischio per la salute mentale e fisica dei lavoratori, evidenziandone il legame con stress cronico, disturbi psicologici e calo della produttività. Sono esperta di gestione del conflitto, che ha un legame con le manifestazioni di violenza e dedico questo articolo all’analisi del fenomeno, proponendo alcuni rimedi.

Conflitto o violenza? Una distinzione necessaria

Prima di addentrarci nel tema è importante distinguere tra conflitto e violenza. 

Spesso a questi due concetti sono attribuiti significati simili, generando confusione e un approccio sbagliato alla gestione del conflitto.

Il conflitto è parte integrante delle relazioni umane, nasce dalla naturale diversità di pensieri, emozioni, abitudini e modi di comunicare. 

In un contesto lavorativo è normale che coesistano persone più organizzate, altre più caotiche, chi ha una spiccata creatività e chi tende ad accumulare ritardi. Relazionarsi con colleghi, responsabili, clienti e fornitori richiede impegno, dato che le persone con cui lavoriamo in genere non le scegliamo e possono avere comportamenti che creano in noi tensione e disagio. 


Il conflitto se letto e gestito in modo costruttivo può diventare un’opportunità di crescita e miglioramento. Al contrario se ignorato, negato o mal gestito, può degenerare in violenza.


L’escalation dal conflitto alla violenza

É fondamentale promuovere competenze relazionali che consentano di trasformare il conflitto in un’occasione di confronto autentico fondato sull’ascolto, il rispetto reciproco e il dialogo aperto.

La violenza rappresenta spesso l’esito estremo di un’escalation conflittuale. Quando si manifesta, il rapporto con l’altro è già compromesso: viene meno il rispetto e l’obiettivo per chi la subisce diventa la protezione di sé e il ripristino delle regole violate.

La violenza si manifesta in diverse forme, alcune più evidenti altre più latenti con conseguenze devastanti sia per chi la subisce che per l’intera organizzazione aziendale: oltre a danneggiare il benessere dei collaboratori esposti a questo fenomeno, aggravandone il malessere psicofisico, porta ad una diminuzione della produttività, a un aumento dell’assenteismo e presentismo, a un deterioramento della reputazione aziendale.

La violenza ha un costo elevato sia in termini quantitativi che qualitativi.

Per questo è fondamentale affrontare questa tematica in modo attento, tempestivo e proattivo.

Comprendere la Violenza in Azienda

Le forme di violenza in azienda possono essere diverse e includono sia aspetti fisici che psicologici. Tra le più comuni troviamo:

  1. Violenza fisica: comportamenti come spinte, schiaffi, colpi o qualsiasi altra forma di aggressione che provoca danno fisico.
  2. Violenza psicologica o morale: insulti, umiliazioni, minacce, mobbing o comportamenti che creano un ambiente di lavoro ostile e stressante.
  3. Violenza di genere comportamenti violenti o discriminatori basati sul genere o sul sesso di una persona. Si manifesta in molteplici modi, tra cui violenza fisica, psicologica, sessuale, economica e stalking.
  4. Violenza sessuale: avances indesiderate, molestie o comportamenti inappropriati di natura sessuale.
  5. Violenza economica: situazioni in cui si limitano o si controllano le risorse di un dipendente in modo ingiusto o oppressivo.
  6. Violenza simbolica: atteggiamenti o linguaggi che denigrano o discriminano una persona o un gruppo, creando un clima di intolleranza.

Questi comportamenti possono essere agiti in modo diretto o indiretto, esplicito o sottile. In ogni caso portano a delle conseguenze.

Conseguenze della Violenza

Le ripercussioni della violenza lavorativa sono gravi e si estendono ben oltre il singolo episodio, sia per le persone coinvolte che per l’intera organizzazione.

  • Per le vittime: vissuti emotivi dolorosi, ansia, depressione, stress cronico, disturbi del sonno, calo della motivazione e spesso abbandono del lavoro.
  • Per l’ambiente di lavoro: sfiducia, paura, aumento del turnover, calo della collaborazione e della qualità relazionale.
  • Per l’organizzazione: perdita di produttività, aumento dell’assenteismo e presentismo, danni reputazionali, rischio di sanzioni e vertenze legali.
  • Per la cultura aziendale: indebolimento dei valori di rispetto e inclusione, difficoltà nell’attrarre e trattenere talenti.

Queste conseguenze sottolineano quanto sia importante prevenire e contrastare ogni forma di violenza sul posto di lavoro e in ogni altro ambiente dove c’è interazione tra persone.


Il supporto ed il coinvolgimento attivo della leadership è fondamentale per il successo di qualsiasi iniziativa di contrasto del fenomeno.

Come affrontare la violenza in azienda

Un intervento efficace richiede attenzione, tempestività e proattività. Tra le leve più strategiche vi è la formazione che permette di prevenire, riconoscere e gestire i segnali di violenza. Attraverso programmi formativi mirati le aziende possono educare i propri collaboratori sui vari aspetti della violenza sul lavoro, aiutandoli a riconoscere i segnali, verbali e non verbali, di allerta e sviluppare competenze per affrontare in modo responsabile situazioni difficili.

Prima di avviare qualsiasi intervento formativo è utile condurre un’analisi dei bisogni: interviste, focus group, verifica delle segnalazioni interne, per identificare le criticità specifiche del contesto.

I passaggi chiave per realizzare in modo efficace un programma di formazione sulla violenza in azienda sono:

  1. Sensibilizzazione
    Far conoscere le diverse forme di violenza, anche attraverso esempi concreti, è il primo passo per attivare consapevolezza e responsabilità condivisa.
  2. Sviluppo di Competenze
    Occorre promuovere capacità di ascolto attivo ed empatico, tecniche di comunicazione efficace e non violenta, percorsi di prevenzione e gestione costruttiva dei conflitti, negoziazione e tecniche di prevenzione dello stress. Distinguere chiaramente tra conflitto e violenza è fondamentale.
  3. Creazione di un Ambiente Sicuro e Inclusivo
    Promuovere una cultura del rispetto, attivare sportelli di ascolto, adottare policy chiare contro violenze e molestie sono azioni chiave per creare un clima aziendale accogliente e tutelante. Le aziende possono implementare – tramite azioni specifiche o sportelli dedicati – politiche chiare contro la violenza e le molestie, assicurandosi che tutti i dipendenti siano a conoscenza di queste norme.

Ma cosa fare se comunque un episodio di violenza dovesse manifestarsi?

Strumenti pratici per accogliere chi subisce violenza

Quando ci troviamo a dover gestire un episodio di violenza, il nostro obiettivo deve concentrarsi sul prestare aiuto a chi lo ha subito. Ecco alcuni consigli chiave:

  • Linguaggio non giudicante: evitare frasi accusatorie, svalutanti o minimizzanti, rispondere con empatia e sostegno verbale e non verbale.
  • Ascolto attivo: prestare piena attenzione a ciò che la persona dice non solo a parole ma anche in modo non verbale o para verbale, senza interrompere dare consigli o soluzioni non richieste.
  • Riformulazione: sintetizzare con parole chiare ciò che la persona racconta, per farle sapere che è stata ascoltata, riducendo il malinteso. Esempio: “Mi stai dicendo che ti senti sopraffatta dalla situazione e non sai a chi rivolgerti per chiedere aiuto, è corretto?
  • Feedback emotivo: riconoscere e validare le emozioni della persona: “Sembri preoccupata/arrabbiata … è così?
  • Domande aperte e invito alla narrazione: “Mi piacerebbe ascoltare ciò che hai vissuto, se ti senti pronta/o”. “Cosa ti farebbe sentire più sicura/o in questo momento?
  • Fornire informazioni chiare sui percorsi di aiuto interni o esterni all’azienda.

Affrontare la violenza nei luoghi di lavoro non è solo un dovere etico e legale, ma anche un investimento strategico per costruire ambienti più sani, produttivi e umani.


La leadership aziendale e una formazione costruita sui bisogni dell’organizzazione giocano un ruolo cruciale nell’attivare questo cambiamento.

| partem claram semper aspice |

Le foto utilizzate – là dove non siano di proprietà della redazione o dei nostri ospiti – sono acquistate su Adobe Stock e IStockPhoto o scaricate da piattaforme come UnSplash o Pexels.

Ti è piaciuto questo articolo e vuoi approfondire i temi? Scopri il corso di formazione 2025

Passodue, studio di consulenza e formazione, nasce nel 2012 dalla volontà di Alice Alessandri e Alberto Aleo di unire le loro esperienze per dare una svolta alla vita personale e professionale. Il progetto è basato sull’idea di cambiare la forma mentis del mercato rispetto ai concetti di “vendita”, “marketing” e “leadership” dimostrando che fare business eticamente si può e può essere assolutamente efficace.

Comments (0)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Diario di un consulente alberto aleo alice alessandri giovanna rossi
Torna su