Durante un corso sul teamwork ho chiesto quale fosse la differenza fra il gruppo e la squadra, due aspetti diversi dello stare con agli altri.
Per la definizione del primo si è subito pensato al gruppo di amici che passano del tempo insieme, magari divertendosi, ma il più delle volte ritrovandosi quasi per caso o per abitudine.
Riflettendo insieme sul concetto di squadra è stato facile ricorrere allo sport, dove troviamo la metafora perfetta del team all’interno del contesto aziendale. Vediamo dunque insieme i tre pilastri fondanti che trasformano un “semplice” gruppo in una vera squadra.
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1. Avere un obiettivo comune
Il primo ingrediente di una squadra è quello di “giocare” tutti per un obiettivo chiaro e condiviso.
Lavorare in team significa spendere il proprio tempo, le proprie energie, le proprie capacità verso una meta da raggiungere che non riguarda solo il singolo ma l’intera organizzazione.
La parola obiettivo deriva dal latino obiecto, cioè porre innanzi, lanciare in avanti e indica per estensione “lo scopo, il risultato da raggiungere nell’ambito di una attività o di un’impresa”.
Se manca l’obiettivo comune i componenti della squadra lavorano in modo soggettivo, senza coesione, senza controllo né possibilità alcuna di valutazione delle attività. Il risultato sarà il caos e la dispersione di risorse proprie e della organizzazione.
Avere chiara la meta significa darsi la direzione da seguire, come un faro nella notte indica il porto da raggiungere.
Il leader del team, così come il coach sportivo, sceglie le persone e sa dare valore a ciascuno in base alle sue capacità, sa motivare attraverso il potere della sua comunicazione e sa trasmettere la visione creando coesione e forza motrice per lo svolgimento delle attività. I componenti della squadra, a loro volta, assumono in prima persona la responsabilità del proprio ruolo e delle capacità che possono mettere a disposizione del progetto comune. Il contributo di ciascuno diventa elemento prezioso per la creazione e l’amplificazione del valore in azienda: esso non è dato dall’insieme di tanti elementi ma dalla consapevolezza che l’operato di ciascuno permette e rafforza l’azione “dell’anello” successivo, cioè del collega, del collaboratore, del compagno di squadra.
2. La collaborazione
Agire con spirito di collaborazione significa sentirsi parte di qualcosa di più grande e sapere che ogni azione ha un effetto sugli altri.
Il clima aziendale è generato dalla qualità delle relazioni che esistono all’interno della squadra e nessuno può sentirsi esonerato dal contribuirvi: è di vitale importanza che ciascuno sia consapevole dell’impatto che ha sugli altri col suo modo di fare, il suo stato d’animo, i suoi comportamenti.
Quando chiedo in aula la definizione di comunicazione a tutti è chiaro come essa si basi sulla interazione e lo scambio di informazioni fra persone che per il semplice fatto di trovarsi insieme mettono in comune ciò che accade al loro interno.
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Emozioni, sentimenti, pensieri vengono trasmessi all’esterno e si traducono in azioni osservabili dagli altri. Più ne siamo consapevoli e più possiamo scegliere quale contributo offrire alla costruzione del clima aziendale che vorremmo ottenere. Sapere che siamo tutti diversi e che ciascuno vede la realtà dal suo punto di vista non è cosi scontato, richiede una certa apertura all’altro, alla diversità che diventa valore, come ben raccontato nell’articolo che trovi cliccando qui.
Per generare collaborazione all’interno dell’organizzazione servono dunque:
- empatia
- fiducia
- ascolto e apertura al dialogo;
cioè quelle abilità trasversali, le soft skills, di cui tutti siamo dotati ma che dobbiamo costantemente allenare perché siano agite in maniera consapevole in base alle persone con cui ci troviamo a relazionarci e ai risultati che vogliamo ottenere.
3. La consapevolezza dei ruoli
Lavorare con spirito di squadra non significa semplicemente essere solidali: l’immagine del tiro alla fune rende l’idea, tutti tirano dalla stessa parte al massimo delle proprie possibilità ma senza alcuno scambio né interazione fra i partecipanti.
Il gioco di squadra è un gioco di ruoli, diversi e ben definiti, che permettono azioni mirate secondo un metodo e una strategia precisi.
Essere consapevoli del proprio ruolo è conoscere i propri punti di forza, le proprie competenze ed essere disposti a spendersi per la buona riuscita del progetto comune.
A volte succede di trovare aziende in cui i ruoli sono vaghi, poco chiari, senza confini definiti, come se chi ci lavora potesse scoprirli di propria volontà attraverso l’incontro, o lo scontro, con i colleghi. Difficilmente si otterranno risultati soddisfacenti con questa premessa.
Se nel mondo dello sport i ruoli sono precostituiti secondo regole ben precise in base al tipo di gioco, in azienda essi devono spesso essere costruiti ad hoc a seconda delle sinergie necessarie al raggiungimento di chiari obiettivi di business. Ecco, possiamo focalizzarci su questo e rimanere aperti alla possibilità di accogliere anziché giudicare, osservare e ascoltare anziché imporre, di poter dare e ricevere in un gioco appassionante dove ciascun partecipante è chiamato ad agire.
Lavorare insieme amplifica il successo!
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Il lavoro di squadra è la capacità di lavorare insieme per una visione comune, di dirigere il lavoro individuale verso gli obiettivi dell’intera organizzazione. È il carburante che consente a persone comuni di ottenere risultati non comuni.
Andrew Carnegie, imprenditore e filantropo scozzese naturalizzato americano
| partem claram semper aspice |
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