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di Serena Calderoni

Mindfulness, termine spesso usato come sinonimo di meditazione, alla lettera significa attenzione piena; è uno stato di coscienza in cui siamo testimoni vigili e presenti dei nostri pensieri, delle nostre emozioni o percezioni, momento per momento. La sua pratica è oggi molto diffusa non solo tra coloro che cercano equilibro interiore, ma anche tra manager, imprenditori e personaggi di successo. Proviamo allora a descrivere di cosa si tratta e come ci può essere utile per il nostro lavoro e per il nostro business, tenendo però presente che è difficile raccontare qualcosa che andrebbe praticata e sperimentata piuttosto che spiegata. 

Che cosa è la mindfulness 

Mindfulness è assenza di giudizio, accettazione di tutto ciò che accade qui e ora. È accorgersi del moto ondoso della mente e del cuore e lasciare che sia, il pensiero del pensiero, accorgersi di ciò che accade e non interferire, abbandonarsi alla realtà senza manipolare o controllare, permettere che la mente pensi, il cuore si gonfi e il respiro scivoli via per poi tornare nel ritmo più calmo di una pace ritrovata.


“La pace non è la quiete, è piuttosto l’accoglienza dell’irrequietezza”
(Chandra Livia Candiani, Il silenzio è cosa viva)


La mindfulness, se praticata con costanza attraverso adeguati esercizi, aumenta il nostro livello di consapevolezza, una condizione che ha a che fare con il sapere-con, sapere insieme. La consapevolezza quindi non ha un proprietario, è una facoltà umana condivisa, non basta sapere, è necessario sapere di sapere, con-sapere. Essere consapevoli ci accomuna, la consapevolezza è di tutti e di nessuno. Se davvero sono consapevole non c’è più io, c’è solo puro conoscere senza proprietario.

E cosa c’è da conoscere?

Conoscere se stessi, riconoscere il proprio stato d’animo, accorgersi del pensiero che si fissa e si attacca ad una situazione commentandola, ricreandola, trasformandola a seconda di ciò che in quel momento vogliamo vedere. Ecco, accorgersi di tutto questo mentre accade è un atto di coraggio verso se stessi, è ammettere la vacuità di una realtà immaginata a scopi funzionali, a dimostrazione di una ragione che quando è smascherata non ha più motivo di essere affermata. 

mindfulness

In fin dei conti dimostrare di avere ragione è ciò che più ci interessa, tanto sul lavoro quanto nella vita privata. Sapere lasciare tutto questo e vivere momento per momento nel vuoto di giudizio, nell’accettare ciò che accade senza forzare, confrontare, reinventare rende la vita più leggera e le giornate più semplici da trascorrere.


Essere consapevole ha a che fare con la gestione del sé e delle proprie emozioni, quell’intelligenza emotiva che ci permette di attendere prima di reagire d’impulso e sapere che dopo la tempesta emotiva ritorna la quiete.


Come praticare la mindfulness

La pratica del respiro può essere definita come l’esercizio meditativo base della mindfulness che permette di prendere consapevolezza della propria esperienza. Consiste nel prestare attenzione al proprio respiro concentrandolo in un’area del corpo in cui possa essere ascoltato in modo distinto, lasciandolo semplicemente libero, senza guidarlo volontariamente. Pensieri, idee, emozioni, sensazioni possono distrarci nel corso della pratica; lo scopo è proprio quello di diventare sempre più consapevoli di queste divagazioni e di essere in grado di riportare ogni volta l’attenzione al respiro.

Cerchiamo dunque un posto tranquillo dove poter praticare, assumiamo una posizione comoda, chiudiamo gli occhi e concentriamo la nostra attenzione sul respiro, senza forzarlo o controllarlo, lasciandolo andare così com’è. 

Partiamo da qui, accettando di essere calmi o agitati o annoiati o soddisfatti o gonfi di orgoglio. Qualunque sia l’emozione o lo stato d’animo va bene così, non esiste giusto o sbagliato che noi non riteniamo tale, tutto ha senso se osservato senza giudizio: le cose accadono e noi possiamo accoglierle oppure rifiutarle, affrontarle o negarle. All’atto pratico il risultato è il medesimo ma cambia enormemente l’effetto che quella realtà avrà su di noi in base al grado di resistenza che abbiamo sviluppato. 

Meno resisto, più accetto, meglio vivo; più resisto, meno accetto, più spreco energie e fatico a trovare pace.


L’allenamento serve a sviluppare una intelligenza del cuore, che non è passiva rassegnazione ma imperturbabilità rispetto a ciò che accade intorno, una serena accoglienza di tutto ciò che c’è come parte di una realtà che ci serve per evolvere.


Quali benefici porta la mindfulness 

In ambito lavorativo il beneficio è immediato: aumento della produttività, della resa delle ore dedicate al lavoro, miglioramento della focalizzazione della mente sugli obiettivi da realizzare, lo stato di concentrazione nell’ottimizzazione del tempo. La mindfulness calma la mente, lenisce l’ira, aumenta l’attenzione verso gli altri espandendo la capacità di essere di supporto in maniera spontanea  fornendo così nuova vitalità al team e alla capacità di lavorare in sinergia con i colleghi. 

Ecco la ragione per la quale sempre più aziende stanno iniziando a lavorare su questo tema o su quello correlato dello sviluppo delle soft o human skill, introducendo concetti come quello del capitale spirituale e nuove figure professionali come il soul manager. Tutte esperienze che abbiamo descritto anche in questo blog. 

ESERCIZI

“La camminata consapevole” è un modo di coltivare la presenza a ogni passo. Di solito camminiamo per arrivare da qualche parte, mentre, in questo caso, stiamo dentro il gesto del camminare, consapevolmente, senza pensare alla meta, ma restando concentrati sul viaggio. Se lo facciamo durante la giornata, ad esempio nel corso di uno spostamento tra un ufficio e un’altro, può portare lucidità, intuizione, presenza, radicamento, calma interiore.

Porta l’attenzione sul movimento del corpo e su ogni muscolo impegnato nella camminata, il contatto della pianta del piede a terra, la rullata, il movimento di stacco del tallone, il sollevarsi da terra di un piede per favorire l’appoggio dell’altro.

“La pausa consapevole” è un altro esercizio da praticare ogni giorno, per ricaricare le batterie durante la giornata e creare nuovo spazio dentro di sé per la creatività, la risoluzione di problemi, la generazione di nuovi idee e progetti. 

Nel momento in cui ci concediamo una pausa prendiamoci il tempo di non fare niente: alziamoci, andiamo alla finestra e osserviamo ciò che accade fuori e dentro di noi, senza fare nulla, con l’attenzione sul respiro, lo sguardo rivolto a ciò che c’è intorno, l’ascolto attento di ogni suono. Permettiamo così alla nostra mente di annoiarsi, di spendere un tempo nel nulla da fare, vivendo un istante al ritmo del cuore. Tornando alla propria attività ci si accorgerà di aver creato uno spazio nuovo per valutare ciò che stiamo facendo in modo più lucido e focalizzato.

| partem claram semper aspice |

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