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di Alice Alessandri.
Da qualche decennio nel mondo del business si parla di intelligenza emotiva, grazie anche al successo internazionale dell’omonimo libro di Daniel Goleman “Intelligenza Emotiva: Che cos’è e perché può renderci felici” che ha sviluppato in modo divulgativo l’argomento.
Il problema sta proprio nel fatto che, pur parlandosene molto, se ne fa ancora poco uso e questo per alcune delle ragioni che esploreremo in questo articolo.
Il nostro rapporto con le emozioni.
Siamo tutti convinti di essere in grado di riconoscere e gestire le emozioni; questo è forse vero quando tutto scorre liscio nelle nostre vite, ma la questione si fa molto più complessa se ci troviamo in situazioni avverse. È proprio nei momenti difficili, infatti, che dobbiamo saper ricorrere alla nostra intelligenza emotiva, capacità tutt’altro che scontata se non siamo allenati a contattarla.
Un altro elemento da considerare e che ci sono ancora tantissime organizzazioni che, nonostante i proclami sulla volontà di mettere le “persone al centro”, non lasciano spazio al lato umano e alle emozioni di clienti, collaboratori, fornitori.
I cambiamenti a cui siamo stati obbligati dagli eventi sfidanti di questi anni e le rivoluzioni tecnologiche che ci attendono costringono anche le aziende più reticenti ad aprire gli occhi su quanto sia strategico e differenziante valorizzare le componenti umane del lavoro, con gli annessi e connessi che questa scelta comporta.
Nei paragrafi successivi i nostri suggerimenti per sviluppare e allenare intelligenza emotiva, utilizzandola per ottenere risultati.
Che cosa è l’intelligenza emotiva.
In Passodue ci piace usare la definizione di intelligenza emotiva come la capacità di riconoscere e gestire le emozioni proprie e degli altri.
Per usare questa intelligenza dobbiamo sviluppare le nostre abilità su 5 direttrici principali:
- Consapevolezza di sé, la capacità di riconoscere le proprie caratteristiche personali – emozioni, punti di forza, limiti e debolezze – e di comprendere come queste influenzino gli altri
- Autoregolazione, la capacità di gestire punti di forza, emozioni e debolezze adattandoli alle diverse situazioni e in funzione degli obiettivi che ci si è prefissi di raggiungere
- Abilità sociale, la capacità di gestire le relazioni con le persone attraverso una comunicazione efficace orientata al lavoro di gruppo e al raggiungimento degli scopi auspicati
- Motivazione, la capacità di essere in contatto con i propri pensieri facendo perno su quelli che spronano e trasformando quelli che rallentano noi stessi e gli altri
- Empatia, la capacità di comprendere le emozioni e lo stato d’animo altrui.
Dalla definizione di intelligenza emotiva emerge chiaramente che essa si esprime in una dimensione relazionale basandosi però sulla capacità di stare in contatto con la propria dimensione personale. Questo ci porta direttamente al prossimo punto.
Conoscere noi stessi per comprendere gli altri.
Per usare la nostra intelligenza emotiva dobbiamo conoscerci; per iniziare ad allargare la consapevolezza sul nostro io e su come si relazioni con se stesso e gli altri possiamo utilizzare il modello progettato da Joe Luft e Harry Ingham: la finestra di Johari che vedi descritta nella figura sotto riportata.
Ti propongo un esercizio in 3 passi che ti consentirà di allagare la tua area pubblica – le qualità di te che conosci e mostri nelle relazioni – così da poterle utilizzare in modo efficace a supporto della tua intelligenza emotiva in ambito lavorativo.
- 1° passo – condividere
Rifletti su di te e posiziona:
-
- nell’area pubblica le qualità che dimostri e che esprimi, mettendole già a servizio dell’organizzazione di cui fai parte
- nell’area privata le qualità che ancora non mostri pienamente agli altri nel contesto lavorativo; seleziona quelle che potrebbero aiutarti a fare la differenza in azienda e allenati a condividerle con i colleghi.
- 2° passo – raccolta feedback
Incontra almeno due persone in ambito lavorativo e chiedi loro quali ritengano siano i tuoi tratti distintivi e le tue qualità. Analizza l’elenco emerso e poi inserisci:
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- nell’area pubblica le qualità/capacità di cui sei già consapevole e che mostri; potresti scoprire che alcuni elementi che avevi messo nell’area privata (ovvero pensavi di non mostrare) sono in realtà visibili anche dall’esterno
- nell’area cieca gli aspetti di te che non sapevi di avere.
- 3° passo – scoperta
Riprendi l’esercizio basato sulla Legge dello Specchio che trovi cliccando qui.
Inserisci le caratteristiche di te che hai individuato nell’area ignota.
I difetti come qualità sotto mentite spoglie.
Dopo l’esercizio precedente dovresti avere un’idea più chiara di te stesso, delle qualità che ti caratterizzano ma anche dei difetti, perché qualità-difetti sono un binomio inscindibile.
Se una qualità messa in consapevolezza e a servizio degli altri contribuisce al nostro carisma personale e alla nostra unicità, la stessa capacità non gestita o fuori controllo diventa un difetto.
Ad esempio se una tua qualità è la “determinazione” questa potrà aiutare te e il team a raggiungere gli obiettivi prefissati; diventa invece “testardaggine” se la usi in modo indiscriminato per andare avanti a testa bassa ignorando le circostanze e le esigenze chi ti è vicino.
Per migliorare l’intelligenza emotiva è fondamentale prendere piena coscienza delle proprie qualità umane e capire come utilizzarle al meglio.
Non basta però seguire un manuale di tecniche, perché dobbiamo poter contattare l’intenzione che sottende al comportamento: solo questa infatti riempie di significato le nostre azioni. Le emozioni sono il propulsore del nostro agire direzionando e proporzionando la reazione a ciò che ci accade, influenzando dunque la nostra capacità di ottenere risultati: per questo dobbiamo imparare a stare in contatto con ciò che sentiamo.
P.S. La scorsa settimana Cesena e tutta la Romagna sono state sommerse dall’esondazione dei principali corsi d’acqua, cui si sono seguite un numero impressionante di frane. La gente della nostra terra si è attivata affiancando la propria intelligenza emotiva a quella operativa, in modo esemplare per la società civile. Grazie a tutte le donne e gli uomini di buona volontà per questa lezione di umanità applicata!
Foto di Andrea Boscherini – Naturalista e divulgatore
| partem claram semper aspice |
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