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di Giorgio De Nardi


«Scendere agli Inferi è facile: la porta di Dite è aperta notte e giorno; ma risalire i gradini e tornare a vedere il cielo, qui l’opera, qui la vera fatica»


È il sommo Virgilio che ci ammonisce, nell’Eneide. In un attimo si può precipitare giù, in fondo a un tunnel, da dove poi difficilissima è la risalita.

Può succedere a tutti e puntualmente anch’io sono scivolato nell’Ade, più volte e in diverse situazioni. La storia che vi sto per raccontare è l’evento più clamoroso, inaspettato e devastante che ha terremotato la mia vita da imprenditore, nel 2012.

precipitare giù

Photo by Bas Peperzak on Unsplash

Avevo fondato Aton nel 1988, a 28 anni, e devo dire che da allora mi era sempre andata bene.

La creatura è cresciuta solida e con costanza, superando innumerevoli difficoltà di ogni genere, come ogni imprenditore italiano ha imparato sulla propria pelle. Fare impresa da noi è un lavoro particolarmente difficile, molto impegnativo, ma anche di grande coinvolgimento e soddisfazione per cui, fin che la barca va, le delusioni e i sacrifici si dimenticano e rimangono solo i bei ricordi.

È andato così tutto bene fino a quando le coincidenze astrali e i miei errori hanno creato un mix di circostanze negative che si sono abbattute su di me, sbattendomi in un lampo a terra. Ho fatto una serie di scelte sbagliate, tra le quali ad esempio la scelta del manager a cui ho affidato la guida dell’azienda, alcuni grossi investimenti immobiliari defocalizzanti, l’acquisizione del nostro principale competitor in profonda crisi. Ai miei errori si sono sommati elementi esogeni imprevedibili e incontrollabili, quali la recessione causata dai Subprime e la perdita di un cliente strategico. Portare sino a lì Aton mi era costato negli anni notevoli sacrifici e rinunce, e in quel momento mi cadeva il mondo addosso, sembrava non ci fossero più speranze.

senza speranze

Il fatturato in breve s’è più che dimezzato passando in un paio d’anni da 17 milioni di euro a 8 milioni. Come unica possibile reazione ho dovuto vestire i panni dell’intransigente Dracone, mettere da parte gli affetti e tagliare costi e maestranze con grande velocità per riuscire a tenere in piedi la baracca. Operazioni tra l’altro difficilissime da fare in Italia, ve lo assicuro. Avendo portato a riserva gli utili prodotti negli anni precedenti siamo riusciti a tener duro. Ho venduto prima e seconda casa e tutto ciò che poteva generare liquidità, in un momento di credit crunch che ha messo in ginocchio mezzo mondo, per far fronte all’enorme mole di impegni e debiti da soddisfare.

I miei collaboratori più importanti mi hanno seguito con grande generosità, fiducia e amore verso Aton, insieme alla maggior parte dei clienti, creando le condizioni per resistere alla tempesta.

Ridotti ai minimi termini abbiamo comunque avuto la forza di reagire e man mano riprendere a investire per innovare i nostri software e arricchire i nostri servizi.

Così è successo negli anni a seguire sino ad oggi, 2020, in pieno drammatico Lockdown.

Il grande lavoro dei miei fedeli atonpeople ha dato risultati che anno dopo anno ci hanno portato a saltare molto oltre i record precedenti la crisi.

speranza

Oggi siamo 170 persone, numero mai raggiunto prima. Abbiamo la previsione di chiudere il terribile anno del Covid controtendenza, con volume d’affari e redditività in forte crescita sul 2019. Stiamo lavorando in tale clima di fiducia, consapevolezza e disponibilità da parte di tutti che è un piacere da vivere.

Morale? Provo a sintetizzarla in alcune massime che mi hanno accompagnato in questo difficilissimo decennio:

  • Non giudicare ciascun giorno in base al raccolto che hai ottenuto, ma dai semi che hai piantato (Robert Stevenson)
  • Tratta trionfo e sconfitta come due impostori (Rudolf Kipling)
  • C’è un solo angolo dell’universo che puoi esser certo di poter migliorare, e questo sei tu (Aldous Huxley)
  • Keep your Eyes on the Stars and your Feet on the Ground (Theodore Roosvelt)
  • La fiducia è il miglior parente (Buddha)
  • Resistere, resistere, resistere (Saverio Borrelli)
  • Se tu non credi in te stesso, chi ci crederà? (Kobe Bryant)
  • Dietro ogni problema c’è un’opportunità (Galileo Galilei)
  • Ascolta tutti, rifletti e poi decidi, seguendo i tuoi valori e i tuoi sogni (Giorgio De Nardi)
  • Il lavoro è un fratello con tre grandi scopi superiori: migliorarci, appagarci e divertirci (Giorgio De Nardi)

risalire

Una volta scollinati in successione il primo valico della sopravvivenza, e poi il secondo del ritorno alla redditività, è diventata una questione più di testa che di pancia. In discesa è stato tutto più facile, anche se i tempi sono stati più lunghi di quanto sperassi, ci sono stati infiniti incidenti di percorso e momenti di retromarcia che, con l’esperienza appena vissuta, mi frustavano oltre misura spingendomi a una immediata reazione.


Il segreto per uscire dai momenti più bui è stato spegnere il rumore di fondo dell’Ego, entrare in comunione profonda con i tuoi compagni e con la natura, astrarsi e vedere le cose dalla giusta distanza, come mi ha insegnato il grande Eckhart Tolle nel libro Il potere di adesso.


La visione larga, di scenario, ti tranquillizza e ti apre le infinite risorse dello spirito e dell’universo. Ti rinforza. Ti accorgi che man mano vittoria chiama vittoria. Se hai fiducia nei tuoi mezzi e nelle tue persone diventi sempre più attrattivo verso talenti, fornitori, partner e soprattutto clienti. Talvolta provi anche l’impossibile e ti riesce!

A quel punto serve la prudenza salvavita. Devi evitare di farti prendere la mano, senza rinunciare a sfruttare tutto il vento amico disponibile.

Oggi siamo a questo punto, ancora bruciacchiati dal fuoco dell’Ade, ma più vivi e maturi che mai.

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Un vero motociclista dev’essere caduto almeno una volta per capire cosa significa andare in moto, vale anche per gli imprenditori…
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| partem claram semper aspice |

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