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di Alberto Aleo

Intervista a Gianluca Manuzzi

Gianluca Manuzzi è AD e co-owner di Viaggi Manuzzi Srl una tra le prime 5 agenzie di viaggi d’Italia (fonte Sole24Ore). È anche parte del consiglio di amministrazione di Travel Specialist Srl, che riunisce 20 tra le più grandi realtà del settore business travel con un fatturato cumulato di oltre 150 milioni di euro. Inoltre è membro del comitato turismo di Welcome Travel che raccoglie oltre 1000 agenzie sul territorio nazionale delle circa 8500 presenti nel nostro paese. Gianluca ci sembra quindi la persona più qualificata a cui rivolgere una serie di domande sul settore turismo, chiedendogli anche qualche consiglio per gestire al meglio le vacanze 2020.

La sede di Viaggi Manuzzi negli anni 50

Quanto vale il settore turismo per l’Italia e quanto è importante sostenerlo?

Il settore turismo vale direttamente il 13,5% del PIL, ovvero oltre 230 miliardi di euro, con un indotto immenso (basti pensare a ristorazione, commercio al dettaglio, logistica,.. ) e da lavoro a quasi un milione di persone nel nostro paese. In Italia arrivano 25 milioni di turisti ogni anno solo dall’Europa che, grazie all’esperienza artistica, culturale ed eno-gastronomica vissuta, si fanno un’immagine positiva del Made in Italy cui si legano consumi indiretti come quello della moda, del design e di generi alimentari. Dell’importanza del comparto siamo tutti consapevoli ed infatti sin dalla prima fase dell’emergenza sanitaria si è parlato di aiuti, anche se poi di fatto essi sono spesso stati in ritardo o complessi da utilizzare. I famosi buoni vacanze ad esempio (per aver accesso ai quali bisogna dimostrare un reddito ISEE inferiore a 40.000€) non sono assolutamente dei finanziamenti in denaro da utilizzare per le proprie ferie. Non sono soldi quindi, ma crediti d’imposta scontabili (il prossimo anno fiscale) dalle strutture turistiche che dovrebbero girarne l’importo a chi compra. Il problema però oggi è la crisi di liquidità sia dei clienti che degli operatori del settore, crisi che i voucher – per come sono progettati – contribuiscono ad acuire!

La Germania invece, pur avendo una vocazione turistica molto inferiore alla nostra, già ad aprile ha creato delle misure che hanno di fatto salvato i tour operator con immissioni di liquidità, sostenendo ad esempio Lufthansa che ha visto aumentare la quota azionaria posseduta dal governo Tedesco fino al 20%.

eno-gastronomia

Qual è il futuro del settore turismo/viaggi e quali sono le strategie per rilanciarlo?


È assolutamente necessario un sistema integrato tra governo centrale, regioni e aziende che concerti un’azione per attrarre turisti stranieri e nazionali.


È la mancanza di coordinamento e l’incapacità a fare “sistema” che ci penalizzano più di ogni altra cosa. Ogni regione fa da sé, spesso in competizione con le altre e le informazioni che sono circolate sul virus sono state scoordinate e contraddittorie. Ad esempio alcune regioni fino all’ultimo minacciavano certificazioni sanitarie per accedervi! Tutto ciò ha creato sfiducia e confusione nei consumatori. Ancora adesso si è di fronte a situazioni molto incoerenti: si passa dalle ricette più restrittive al lassismo esagerato! La disparità di comportamenti ancora una volta crea disorientamento e paura. Nonostante tutto penso che la natura dell’essere umano (ed in particolare di noi italiani) sia esplorativa. La nostra innata tendenza a considerare il mondo la nostra casa non cambierà, quello che succederà è che probabilmente muteranno le nostre abitudini come avvenuto dopo il tragico 11 settembre 2001. Ci dovremmo abituare a controlli nuovi, a non portare con noi alcuni oggetti, ad adottare certe precauzioni. Ci tengo a sottolineare che già oggi il nostro settore è molto sicuro, ad esempio i sistemi d’areazione su un aereo garantiscono aria pulita al 99,7% (dato Alitalia), quasi come stare in una camera sterile. Certamente almeno per quest’anno andrà il turismo di prossimità, più slow e contemplativo. Forse questo ci abituerà ad apprezzare meno le vacanze “mordi e fuggi” sostituendo la qualità alla quantità nelle nostre scelte turistiche.

angolo

Come sarà possibile viaggiare in sicurezza quest’anno?

L’Islanda ci da un esempio “alto” di come gestire le cose. Il paese ha aperto i confini a tutti ma all’arrivo ti fanno un tampone flash il cui esito si ottiene in 3 ore, con i risultati comunicati direttamente al turista in albergo. Se sei positivo, ma senza sintomi, potresti non essere contagioso. In questo caso ti fanno un test sierologico che definirà se si è pericolosi per gli altri oppure no. In caso di via libera potrai continuare la tua vacanza indisturbato, altrimenti il paese ti fa fare la quarantena a suo carico. All’opposto, qualche settimana fa dal Bangladesh sono arrivati in Italia persone risultate positive che sono riuscite a partire con certificati sanitari falsi. Ecco in questo caso, senza organizzazione, controlli e senso di responsabilità individuale, rischiamo di meritarci restrizioni drastiche che andranno a ledere il nostro diritto costituzionale a viaggiare oltre che bloccare la ripresa. La sicurezza parte dai comportamenti corretti di ognuno di noi; consiglio vivamente di informarsi  con il proprio agente di viaggio di fiducia prima di partire, leggere con attenzione le linee guida del governo e le informative della Farnesina per ogni singolo paese. Cercate sempre di prenotare in anticipo, utilizzando poi le regole che ci verranno fornite dal personale sul posto. L’Italia, qualunque cosa se ne dica, è stata tra i primi paesi a reagire all’emergenza sanitaria e anche le nostre strutture ricettive e turistiche sono pronte meglio e prima di tante altre.

viaggare

Come può contribuire ognuno di noi ad alimentare questo importante settore per il nostro paese?

Ci sono delle prese di posizione verso il settore che sono pericolose. Penso ad esempio a coloro che inneggiano allo “stay-cation e holy-stay” indicandoli quali trend per l’estate 2020, implicitamente invitando le persone a non viaggiare. Ricordiamoci invece che l’articolo 2 della nostra Costituzione parla di “solidarietà sociale”, un concetto che va applicato in questo caso per sostenere un settore i cui risultati hanno effetti sulle tasche di tutti i cittadini. Certo, alcune aziende di settore hanno contribuito a creare diffidenza verso gli operatori turistici. Gli ormai tristemente famosi voucher che le compagnie aree rilasciano in caso di cancellazione dei voli, sono stati uno strumento corretto all’inizio per evitare crisi di liquidità ma in alcuni casi sono poi diventati un espediente da sfruttare per cancellare voli senza altre ragioni che commerciali. Grazie al prossimo intervento della UE i voucher potranno ora essere riscattati, ceduti e comunque avranno un’estensione temporale maggiore. I controlli e le tutele per viaggiare bene ed in sicurezza oggi esistono e vanno utilizzati. Ricordiamoci che il settore è uno degli asset fondamentali della nostra economia, che ci qualifica e ci fa conoscere a livello mondiale.

turismo


In questo momento alle città d’arte manca l’85% dei turisti stranierei. Andiamo a riscoprirle noi contribuendo a sostenere la vera risorsa strategica dell’Italia che possiede il patrimonio culturale, artistico e paesaggistico più ricco dell’intero pianeta!


Oltretutto è un’occasione imperdibile per godersi in modo più intimo e qualitativo luoghi e attrazioni di solito iper-affollate.

 

Il bello di una vacanza sono le emozioni e i ricordi che essa genera. Lavorare in questo settore significa incidere sulla memoria e sul vissuto di chi viaggia, contribuendo a migliorargli l’esistenza. Per questo servono operatori consapevoli che mettano tutta la cura di cui sono capaci nel loro lavoro e consumatori aperti e ricettivi

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Come ci ha ricordato Gianluca Manuzzi “Il turismo non è stato la causa di questa situazione, ma rischia di diventarne la vittima sacrificale se a livello individuale e come comunità non dimostreremo attenzione, rispetto e tolleranza accettandone i mutamenti”.
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| partem claram semper aspice

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Un percorso accademico non convenzionale insieme ad una carriera manageriale che è durata più di un decennio nel ruolo di responsabile marketing e di direttore vendite per note aziende italiane, mi hanno trasformato in un “architetto” di strategie di mercato. Nel 2011 ho fondato insieme a mia moglie Alice lo studio di consulenza e formazione Passodue il che mi ha permesso di poter mettere a disposizione dei clienti un bagaglio di esperienze e conoscenze molto vario, che spazia dall’economia, al marketing, alla gestione di reti commerciali.

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