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di Alice Alessandri | 5 minuti di lettura
Tanti di noi si sono posti, almeno una volta, la domanda contenuta nel titolo, magari pensando a qualcuno che stimiamo, a se stessi o riflettendo su un collaboratore da fare crescere. Possiamo allargare i termini di questo dilemma parafrasandolo: le qualità che rendono capaci di guidare un gruppo di persone verso un obiettivo comune vengono fornite alla nascita o si possono acquisire? Leader si nasce o si diventa? La risposta per noi di Passodue è che leader si diventa utilizzando bene le abilità che ci sono state date e ci caratterizzano. È un concetto affascinante da sostenere, ma complesso da attuare. Proprio per tale ragione ho scritto questo articolo che ti accompagnerà alla scoperta delle tue qualità, indicandoti come metterle a sistema per creare un personale stile di leadership.
I talenti del leader
Nella lingua italiana si parla di talento facendo riferimento alla capacità di “far bene qualcosa”. Possiamo dunque affermare con certezza che ciascuno di noi ha uno o più talenti ovvero qualità e abilità che lo contraddistinguono. Cosa ne facciamo di questi talenti è invece tutto un altro paio di maniche. Quante volte vediamo persone buttare all’aria o nascondere le proprie capacità, per paura, pigrizia o insicurezza.
Quando prendiamo consapevolezza di una nostra abilità e ci impegniamo per farla emergere al meglio, affinché anche chi è vicino a noi ne possa beneficiare, ecco che il talento si amplifica ed entra a fare parte del nostro carisma.
Le qualità che invece non conosciamo o controlliamo finiscono per trasformarsi in difetti: la determinazione diventa ostinazione, la precisione si trasforma in pignoleria, l’attenzione sfocia nell’ossessione, …
Prendere consapevolezza dei talenti significa assumersene la responsabilità che è proprio il saper “rispondere delle proprie abilità” considerandone i risvolti positivi, negativi e l’impatto che possono avere su di noi e sugli altri.
Così come ciascuno è caratterizzato da un DNA unico e differente, analogamente ogni persona in contatto con i propri talenti – se disponibile a metterli a “servizio” – può guidare se stesso e gli altri sviluppando una leadership originale, autentica e, in definitiva, carismatica. Ma cosa significa concretamente?
Il leader carismatico
Risalendo all’origine della parola carisma scopriamo che deriva dal concetto di grazia ovvero “un dono soprannaturale, straordinario concesso a una persona a vantaggio della comunità”. Allargando la prospettiva al ruolo del leader possiamo dire che il suo carisma è l’insieme dei talenti che ha ricevuto e che usa con consapevolezza mettendoli a servizio degli altri.
Quando in Passodue parliamo di leadership etica facciamo proprio riferimento a una leadership carismatica ancorata proprio nella volontà di conoscersi e, con spirito di servizio e nessuna presunzione, agire a supporto degli altri.
I nostri comportamenti sono l’emanazione del nostro mondo interiore, di ciò in cui crediamo, delle qualità che ci contraddistinguono.
Non c’è nulla di nobile del nascondere le proprie qualità per non dispiacere agli altri o, peggio, per paura che poi ci chiedano conto e ragione di ciò che sappiamo fare.
Mostrarsi con “umiltà” significa aver preso concreta consapevolezza di non essere né meglio né peggio degli altri, bensì portatori di peculiarità che se ben strutturate e incanalate servono al mondo e invece se represse o negate si trasformano in impedimento o occasioni perse.
Leader si diventa attraverso l’esempio
Come riconoscere il leader carismatico all’interno di un team? È colui a cui tutti guardano quando sopraggiunge un imprevisto o una situazione difficile.
Il profondo allineamento interiore del leader che ha saputo trasformare i talento in carisma si trasforma in passione e forza, dandogli la capacità di essere da esempio.
Ricordiamoci che quello che facciamo è molto più potente di quello che diciamo e che attraverso le nostre azioni trasmettiamo la concretezza e l’attuabilità di ciò che professiamo, stimolando gli altri all’azione.
Al leader carismatico non è richiesta la perfezione ma l’autenticità (egli agisce secondo ciò in cui crede) e la credibilità (è degno di fiducia). In questa visione trova pieno spazio l’umanità del leader con le sue fragilità e vulnerabilità, le quali lo rendono ancora più potente nel dare l’esempio. L’insegnamento infatti non consiste nel “fare tutto alla perfezione” ma piuttosto nel “come agire quando si fa un errore” o le cose vanno in modo diverso da come immaginato.
Leader si nasce o si diventa? La risposta nella consapevolezza
È dunque possibile diventare leader. Per farlo bisogna partire dalla conoscenza di se stessi e dalla capacità di gestire e indirizzare i propri talenti, lavorando su di essi con pazienza e disciplina grazie anche all’intelligenza emotiva: un grande regolatore che ci permettere di controllare le nostre reazioni e centrarci.
Il portato di tutto questo è che non esiste un profilo univoco di leader o regole infallibili da applicare: la ripetizione meccanica di modelli o azioni in cui non crediamo, rischiano di innescare auto-sabotaggi e abbandoni alla prima difficoltà.
La prossima volta dunque che sentirete dire “quello è un leader nato” piuttosto che invidiarne i talenti, guardate con ammirazione all’impegno profuso per trasformarli in carisma e metterli a servizio degli altri.
| partem claram semper aspice |
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