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di Serena Calderoni

L’uomo che teme di soffrire sta già soffrendo per quel che teme
– Michel de Montaigne

Affermare se stessi e il proprio punto di vista, così come far sì che i propri diritti vengano espressi per poi essere accolti, sono esercizi faticosi che spesso generano quell’ansia sociale che limita le nostre richieste. Nella quotidianità ci sono infinite situazioni che possono generare tale stato d’animo:

  • chiedere un aumento di stipendio;
  • avere indietro i soldi prestati a un amico;
  • aspettare chi non è puntuale;
  • fare una critica o riceverla;
  • ricevere un cattivo servizio;
  • vivere un contrasto con il proprio capo;

Ognuno può stilare un suo elenco di casi difficili da gestire.

Davanti a tali situazioni ci sono normalmente due posizioni di base, la Passività che ci fa pensare “meglio non far niente, non dire niente… non importa…” o l’Aggressività che suggerisce risposte tipo adesso ti faccio vedere io!!”. Ma esiste una terza via, quella dell’Assertività alla cui scoperta dedichiamo questo articolo.

L’assertività è un comportamento, non un carattere

“Dal latino ad serere, asserire: l’assertività è una caratteristica del comportamento umano che consiste nella capacità di esprimere in modo chiaro ed efficace le proprie emozioni, i propri bisogni e le proprie opinioni senza negare quelli altrui” (wikipedia).

Per comprendere in cosa consiste il comportamento assertivo dobbiamo prima diventare consapevoli di cosa NON è e di quante volte reagiamo alle situazioni in maniera inadeguata.

Possiamo definire passivo il comportamento di chi porta la propria attenzione all’esterno, verso gli altri, senza tenere conto dei propri bisogni. 

Agiamo un comportamento passivo ogni volta che facciamo nostri gli obiettivi di qualcun altro, inibiamo le nostre emozioni per paura di non venire accolti o timore che le nostre richieste non siano importanti. È come se partissimo dal presupposto che “Tu sei più importante di me”. Il comportamento passivo genera ansia e senso di frustrazione procurando un danno alla propria dignità che si riflette in maniera negativa sulla nostra autostima. 

La reazione opposta è data dal comportamento aggressivo. In questo caso si porta l’attenzione verso se stessi, si adotta un atteggiamento autoreferenziale che spinge a vedere solo i propri bisogni e a cercare di soddisfarli senza tenere minimamente conto dell’altro. 

comportamento aggressivo
Foto di Noah Buscher su Unsplash

Agiamo un comportamento aggressivo ogni volta che vediamo solo i nostri obiettivi e cerchiamo il modo di raggiungerli anche a discapito degli altri. Il presupposto da cui partiamo è “Io sono più importante di te”. La nostra comunicazione diventa diretta a prescindere dal contesto e da chi abbiamo di fronte: non osserviamo il feedback, risultiamo impositivi, scivoliamo in un esercizio di potere.


Per uscire da questa polarità abbiamo una terza forza: imparare a passare dal “io o tu” al “io e tu” portando attenzione alla relazione.


L’assertività è la capacità di affermare se stessi tenendo conto dell’altro. Agiamo un comportamento assertivo ogni volta che troviamo il modo di esprime i nostri bisogni e le nostre opinioni dando valore a quelli dell’altro in una dinamica di reciprocità in cui si attivano soluzioni nuove che nascono dal confronto. 

Le proprie emozioni vengono espresse con semplicità senza travolgere l’interlocutore, non c’è ansia né rancore e si pratica l’ascolto aumentando le chance che il nostro pensiero sia accolto. Si apre il dialogo secondo la circolarità che è propria di ogni scambio comunicativo efficace.


Il comportamento assertivo rappresenta una fondamentale competenza sociale indispensabile nelle organizzazioni.


L’assertività nelle relazioni

Il segreto per instaurare relazioni assertive in ambito lavorativo sta nel seguire alcune semplici regole:

  • esprimiti e comunica con un uso attivo ed empatico delle parole. Quando non dici nulla nessuno può sapere se hai un problema, perdendo l’occasione di far emergere opportunità non manifeste;
  • pensa prima di esprimerti. Aspetta il momento giusto per parlare da un punto di equilibrio interiore che lascia lucidità alla mente e calma nel cuore;
  • salvaguarda la relazione. Non attaccare mai le persone ma i problemi, approcciandoti per risolverli in modo soddisfacente per tutti;
  • mettiti nei panni dell’altro per comprendere il suo punto di vista e trovare così un modo per fargli accogliere il tuo.

Questo approccio va allenato con pazienza e voglia di cambiare, per scoprire che i timori e la paura di dire ciò che pensiamo sono solo frutto dei nostri pensieri, della nostra costruzione mentale e di una realtà che nella maggior parte dei casi nemmeno esiste. 

Alcuni ulteriori accorgimenti per allenare l’assertività nelle relazioni attraverso un approccio inclusivo di sé e dell’altro:

  • chiama per nome il tuo interlocutore;
  • sorridi mentre comunichi e sostieni il suo sguardo;
  • rispetta il punto di vista dell’altro ed esprimi con sicurezza il tuo;
  • offri soluzioni, non ordini o disposizioni;
  • sottolinea ciò che c’è di positivo nel comportamento dell’altro in modo da orientarlo verso l’assertività.

A livello verbale è molto utile allenare il linguaggio inclusivo: ogni volta che devi esprimere il tuo parere dopo aver ascoltato quello di un altro sostituisci il però/ma/invece con un e/inoltre/ancora.

Vantaggi dell’assertività

I benefici del comportamento assertivo sono sperimentabili in prima persona e osservabili nella risposta del proprio interlocutore o nel team di lavoro. Elenchiamone alcuni:

  • aumento dell’autostima. Una sensazione di benessere in termini di calma e centratura danno il segnale che stiamo guidando il dialogo in maniera efficace, con relativa espansione della misura con cui accettiamo e approviamo noi stessi;
  • allargamento della fiducia reciproca. La comunicazione va nella direzione del confronto e dell’accoglienza dell’altro e non sullo scontro di posizioni opposte;
  • costruzione di empatia. Quando la comunicazione è chiara ci si comprende più facilmente, si evitano perdite di tempo e inutili tensioni, si instaura un clima collaborativo dove la diversità di opinioni aiuta a generare soluzioni nuove.

Ricorda che per comunicare in maniera assertiva bisogna imparare ad essere sinceri verso se stessi e verso gli altri.

| partem claram semper aspice |

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Questo articolo ha 2 commenti

  1. Molto interessante, grazie! Ma quando abbiamo a che fare con persone che non sono sincere (neanche a se stesse?).
    Grazie anche per un’eventuale risposta …

  2. Lara grazie per il tuo commento. Possiamo lavorare su noi stessi non sugli altri. Il consiglio è di rimanere coerenti, se c’è una possibilità che gli altri cambino è proprio osservando il nostro comportamento.

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