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Tempo di lettura: 3 min

di Alberto Aleo 

Questo non è il periodo migliore dell’anno per possedere una spider, soprattutto se la si usa come unica auto con la quale andare a lavorare anche presso le aziende clienti. 

Immagino faccia uno strano effetto a chi è chiuso dentro un ufficio 8 ore al giorno vedere arrivare un consulente in decappottabile, partecipare ad un paio di riunioni e andare via compensato per così poco. 

Da manager avevo anch’io un’opinione non sempre edificante dei consulenti aziendali, gente di cui non capivo il lavoro e che mi pareva molto meno stressata di me. Li vedevi sparire ai primi di giugno per ripresentarsi verso la fine di settembre mentre io e i miei colleghi avremmo dovuto schiumare di sudore, aspirando ad un massimo di 2 settimane di ferie. I liberi professionisti mi sembravano più concentrati sul primo dei due termini che li definiscono.

Adesso che sono passato dall’altro lato della barricata ho qualche conferma da darvi insieme ad altrettante smentite.

É vero, molti professionisti scelgono la libera professione per poter gestire da soli impegni e carichi di lavoro, selezionano le sfide da raccogliere, impostando le proprie giornate senza apparenti costrizioni. La libertà però si paga con, ad esempio, l’assenza di entrate certe, il rischio d’impresa, la protezione praticamente nulla in caso di malattia o infortuni e mi fermo qui. Non fraintendetemi, non ho alcuna intenzione di lamentarmi ma soltanto di sottolineare che, quando si valutano le scelte degli altri, bisognerebbe adottare una prospettiva più ampia.


Se invidiate la libertà professionale di qualcuno una buona domanda da porvi è: “a cosa potrei rinunciare per ottenerla?”


Altro mito da sfatare è quello del salario orario ricevuto. Certamente un’ora di un consulente ha un prezzo più elevato di quella di una persona assunta ma ciò non dovrebbe stupire: la trasformazione di un costo da fisso in variabile ne aumenta l’importo unitario riducendo però l’incidenza del rischio. C’è un altro fattore da considerare; un professionista serio non potrà mai vendere, fatturare e quindi farsi pagare per lo stesso numero di ore di una persona stabile in azienda. Le famose 40 ore lavorative dovranno essere distribuite in erogazione del servizio, organizzazione e progettazione delle attività, promozione commerciale e aggiornamento professionale. 

Riguardo alle vacanze se è vero che i professionisti spesso scompaiono per 2 o 3 mesi l’anno ciò è più una necessità che una scelta. Le aziende tra luglio e settembre sono talmente assorbite dall’operatività e a ranghi ridotti che per un consulente è meglio starne alla larga.

Le vacanze retribuite non sono previste per i liberi professionisti che trasformano parte di questi periodi in momenti di aggiornamento e studio. Il rapporto tra consulenti e lavoro non può essere quantitativo ma necessita di essere qualitativo: un atteggiamento che forse servirebbe adottare anche in alcune aziende.

Quando ero ragazzino mi attraevano le moto da deserto, gli stivali a punta, i libri d’avventura e i fari oceanici. Qualsiasi cosa fosse strana, inusitata, fuori dagli schemi era per me fonte di fascino. Gusti così diversi mi portavano ad avere uno stile poco riconoscibile, confuso e non codificabile anche ai miei stessi occhi, facendomi in qualche modo soffrire per la mancanza di coerenza. Poi un giorno mi sono accorto che ciò che accomunava tutto era una qualche connessione al concetto di libertà e che quel malessere null’altro era che il suo prezzo. 


In che cosa consiste il prezzo della libertà? Nell’assenza!


Sogniamo di essere liberi come una condizione abilitante, che ci permetterà di fare di più, possedere di più, vivere più esperienze. Nel nostro immaginario la libertà stessa si acquisisce ottenendo qualcosa: più soldi, più competenze, più capacità, più tempo… Ed invece è vero il contrario, si è liberi quando si può fare a meno, quando si rinuncia, quando una rinnovata consapevolezza ci permette di discernere ciò che non è più essenziale. Per questo tra le tante definizioni quella che mi piace maggiormente è l’idea di liberà negativa, che porta prima via da qualcosa e solo dopo verso qualcos’altro, attraverso un percorso che può essere anche sofferto.


Chi mi vede arrivare con la spider non sa che quest’auto così come il mio lavoro, mi tolgono molte più cose di quante me ne diano; confort, sicurezza, danaro… e tutto a fronte di un unico, preziosissimo tornaconto: la libertà di essere me stesso.


| partem claram semper aspice |

Le foto utilizzate – là dove non siano di proprietà della redazione o dei nostri ospiti – sono acquistate su Adobe Stock e IStockPhoto o scaricate da piattaforme come UnSplash o Pexels.

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Passodue, studio di consulenza e formazione, nasce nel 2012 dalla volontà di Alice Alessandri e Alberto Aleo di unire le loro esperienze per dare una svolta alla vita personale e professionale. Il progetto è basato sull’idea di cambiare la forma mentis del mercato rispetto ai concetti di “vendita”, “marketing” e “leadership” dimostrando che fare business eticamente si può e può essere assolutamente efficace.

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