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di Milena Balzani

Perché scrivere un articolo sulla co-progettazione? Chi può ispirare? Che cosa aggiunge di nuovo? Facciamo un passo per volta.  

Se fare progetti è dare gambe ad un sogno, trovare idee per realizzare un servizio o creare soluzioni per fra fronte ad un problema, fare co-progettazione significa allora portare avanti il sogno non da soli ma all’interno di un processo collaborativo generativo.

Sviluppare intelligenza collettiva

Nella co-progettazione il vero valore sono le persone e il loro modo di lavorare assieme nell’ascolto e rispetto reciproco, nella condivisione di competenze, nella creazione comune di una intelligenza collettiva in grado di far fronte alle questioni più complesse.

Le potenzialità e il valore aggiunto della co-progettazione sono vincolate alla capacità di costruire fiducia: essa è infatti la base fondamentale perché persone decidano di lavorare insieme per un obiettivo comune.

I tre principi della co-progettazione

Sono 3 i principi ispiratori della co-progettazione:

  1. La centralità delle persone e delle competenze di cui sono portatrici, creando fiducia fra le parti e dando legittimazione alle diverse individualità
  2. Lo stakeholder approach che consiste nel coinvolgere tutti gli attori interessati, a vario titolo, al tema che si sta affrontando, così da inquadrarlo secondo diverse angolazioni, senza preconcetti
  3. L’approccio “community based che implica una visione allargata e responsabile della creazione e diffusione di valore, adottando un’ottica estesa del concetto di sostenibilità del progetto: ambientale, sociale ed anche economica.

La co-progettazione è una metodologia per qualificare e sviluppare l’offerta di servizi di una qualsiasi organizzazione complessa (aziende, imprese sociali, istituzioni) che desideri al contempo valorizzare i processi interni così come dare centralità ai propri clienti-utenti.


Ma cosa e come fare, in pratica, per condurre una sessione di co-progettazione?

La cassetta degli attrezzi della co-progettazione

La cassetta degli attrezzi – per accompagnare le organizzazioni a progettare soluzioni innovative a partire dalle risorse e dagli asset disponibili – contiene diversi strumenti, nati dalla contaminazione tra competenze e approcci alla progettazione (dal marketing dei servizi, al Design Thinking alla progettazione “community based”). La metodologia del Double Diamond è quella che permette di integrare tutti questi strumenti. Il metodo è stato sviluppato dal Design Council per mappare il processo progettuale, cioè consentire di definire, prototipare e testare una soluzione fino ad ottenere un risultato ottimale. 

Il processo operativo prevede il susseguirsi di quattro fasi: Scoprire, Definire, Progettare e Implementare

  1. Discovery (scoprire)
    Questa è la fase esplorativa che ha come obiettivo identificare il problema e le sfide da affrontare, definire il contesto, approfondire le conoscenze sull’utente-cliente e i suoi reali bisogni. 
  2. Define (Definire) 
    È la fase in cui si cerca di dare senso alle informazioni apprese nella fase di discovery. L’obiettivo è definire ovvero scegliere i problemi che si vogliono affrontare, costruendo un brief, o quesito progettuale, chiaro per tutti gli stakeholders.
  3. Develop (Progettare)
    Consiste in una fase progettuale interattiva (come tutto il processo) in cui si ipotizzano e testano le potenziali soluzioni definite grazie alla fase precedente, per scoprire eventuali problemi realizzativi ed imparare da essi.
  4. Delivery (Implementare)
    Arrivati fini qui è necessario effettuare una valutazione della sostenibilità e fattibilità delle migliori soluzioni, anche attraverso il coinvolgimento e il feedback del futuro fruitore/utente/cliente. 

Ma torniamo alle domande di partenza: perché parlare di co-progettazione, chi può ispirare? Quale valore aggiunto può portare? 


La co-progettazione può orientare tutti coloro che vogliono navigare nel mare aperto della creatività e dell’innovazione non in solitaria e con mappe concettuali e strumenti in grado di portare verso una meta condivisa.


È una metodologia che permette di prendere decisioni, progettare, disegnare e migliorare servizi anche in tempi brevi, trovare soluzioni di valore garantendo un processo virtuoso in termini di fiducia, risultati, credibilità, conoscenze condivise e coinvolgimento.

Photo by Leon on Unsplash

È in un momento storico come questo – dove l’evento traumatico della pandemia ci ha costretto a rivedere processi, relazioni, stimolandoci a rivisitare il nostro modo di operare e di far business – che abbiamo bisogno di trasformare le organizzazioni in soggetti capaci di leggere i cambiamenti in atto per rispondere ai nuovi bisogni, riposizionando l’impresa e i suoi scopi in un contesto economico, sociale e ambientale che sempre di più necessita di cooperazione e metodi operativi in  grado di rafforzare i legami tra persone.

| partem claram semper aspice |

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Passodue, studio di consulenza e formazione, nasce nel 2012 dalla volontà di Alice Alessandri e Alberto Aleo di unire le loro esperienze per dare una svolta alla vita personale e professionale. Il progetto è basato sull’idea di cambiare la forma mentis del mercato rispetto ai concetti di “vendita”, “marketing” e “leadership” dimostrando che fare business eticamente si può e può essere assolutamente efficace.

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