di Alice Alessandri e Alberto Aleo
È in una giornata di tarda primavera che ci rechiamo a Newburyport vicino Boston, per intervistare la nostra amica e mentore Mary Gentile. Incontrarla è ogni volta una gioiosa emozione: a Mary ci legano infatti stima, amicizia e gratitudine profonde. Lei è stata la prima a credere nel nostro progetto editoriale, che ha dato vita ad un libro pubblicato prima in Italia con il nome “La Vendita Etica” e successivamente in USA come “Sales Ethics”.
Mary è la creatrice di un metodo innovativo chiamato “Giving Voice to Value” che aiuta persone e aziende ad agire secondo i propri valori, ottenendo così migliori risultati. Attraverso questa intervista vogliamo raccontarvene l’approccio, tanto innovativo da aver rivoluzionato il modo di fare formazione sui temi dell’etica nel business, ma anche parlare del coraggio e della passione di una persona che, pur avendo collaborato con università come Harvard, Babson e Virginia ed essendo diventata negli anni una “star” del settore in cui opera – con articoli pubblicati in tutto il mondo sulle testate più prestigiose – ha sempre mantenuto un profilo fresco e aperto, disponibile al confronto e all’aiuto degli altri.
Partiamo con la descrizione di “Giving Voice to Values”, le cui tecniche operative sono presentate in modo dettagliato nel libro omonimo. Le lasciamo la parola per farci dire come è nato il metodo…
“Quando ho iniziato la mia carriera accademica nel mondo della Business Ethics, mi sono resa conto che qualcosa non andava nella formazione sul tema: i partecipanti non sembravano essere interessati ai corsi perché non li ritenevano abbastanza pratici. Fino a quel momento infatti un corso di etica per studenti di economia e manager, insegnava a distinguere cosa è giusto e cosa è sbagliato in certe situazioni. Pochissime erano le indicazioni veramente operative e quasi nulle quelle dedicate ad un uso attivo dell’etica, a supporto delle performance, e non solo reattivo in caso di comportamenti scorretti.
Io desideravo che si guardasse alla business ethics come ad uno strumento utile per aver successo e non una zavorra, ma non era facile cambiare un modello consolidato fin dagli anni 70.
Così ho iniziato a costruire una strategia che rendesse accettabili le mie idee, coinvolgendo colleghi, imprenditori, manager e quanti credessero in questo cambiamento. Ho dato voce ai miei valori e alle mie idee quindi! Le stesse tecniche che ho utilizzato per ottenere questo risultato sono oggi alla base del metodo Giving Voice to Values”.
Ma in cosa differisce in pratica il metodo GVV da un approccio tradizionale?
Il nostro metodo si occupa di comportamenti non di astratte teorie sulla morale aziendale. GVV non vuole giudicare le persone e le loro scelte o convincerle di cosa sia giusto, ma aiutarle ad ascoltarsi e guardarsi dentro.
Nella maggior parte dei casi le persone sanno cosa sarebbe giusto fare ma hanno paura delle conseguenze dell’azione corretta (perdita di opportunità, mancato fatturato, arrabbiatura dei propri superiori, sfruttamento da parte di altri, debolezza). Noi vogliamo fornire delle tecniche in grado di aiutare tutti ad agire seguendo il proprio cuore in modo efficiente. Stimoliamo la creatività dei partecipanti, invitandoli a progettare un’azione conseguente al loro credo, valutandone e gestendone i risultati perché siano coerenti con gli obiettivi.
Vogliamo che dentro un’organizzazione si creino casi positivi, in grado di testimoniare come agire coerentemente a ciò che siamo e ai nostri valori possa portare al successo, nella certezza che cambiando i comportamenti si cambi la cultura di un’organizzazione.
Il mercato e le multinazionali come vedono questa idea di dare “potere” alle singole persone?
I mercati moderni sono caratterizzati da una forte democratizzazione degli strumenti di comunicazione. Una delle conseguenze è che gli scandali ed i comportamenti scorretti non si possono più nascondere facilmente. Alcune delle organizzazioni nelle quali ho iniziato ad introdurre il metodo Giving Voice to Values (come ad esempio Unilever n.d.r.) hanno già capito che la trasparenza e la coerenza sono alla base del successo. Sempre più persone guardano al mondo delle aziende per perseguire la loro idea di felicità: infatti sia nella veste di datori di lavoro, sia in quelle di produttori di beni e servizi, le multinazionali oggi incidono spesso di più dei singoli Stati per assicurarci una vita piena e appagante. E cosa c’è di meglio che aiutare le persone ad agire, lavorare e consumare, coerentemente con i loro valori? Per questo oggi GVV è sempre più popolare nel mondo del business come in quello delle accademie.
Ci puoi fare qualche esempio applicativo del tuo metodo?
GVV si applica a talmente tanti settori che estrapolare tutte le tecniche valide contenute nel libro non è facile. Ci siamo occupati di medicina, legge, esercito e – ovviamente – anche di vendita attraverso il lavoro fatto insieme sul libro La Vendita Etica (che fa parte della collezione Giving Voice to Values diretta da Mary). Quando inizio una consulenza, una delle prime cose che suggerisco di fare è ragionare sui propri valori e sulla propria idea di successo guidata dai valori , senza censurarsi troppo o arrovellandosi con dubbi sulla realizzabilità delle proprie idee. Poi domandarsi “Cosa dovrei fare per realizzare la mia idea? Come potrebbero accettarla gli altri? Che tipo di aiuto mi serve?”. Per trovare le risposte aiuto le persone a sviluppare la capacità di ascolto di sé e degli altri.
Solo dopo aver compreso i differenti punti di vista è possibile disegnare una comunicazione efficace. È finito il tempo dell’approccio meccanico ed univoco alla strategia e al successo: devi adattare le tue azioni ai tuoi valori e allargare la tua visione, includendo anche aspetti più immateriali, come ad esempio le emozioni e le relazioni nel tempo.”
Il tuo cognome tradisce origini italiane: quanto hanno contato nel tuo successo e quanto sei ancora legata all’Italia?
Non sarei qui a parlare di “Giving Voice to Values” se non avessi avuto la famiglia che ho avuto! Ricordo di essere cresciuta nel segno di valori precisi, non concetti astratti, che guidavano le scelte di ogni giorno e dei quali discutevo confrontandomi in lunghe conversazioni, magari a tavola, con i miei genitori. Questa praticità ispirata per me è uno degli aspetti più interessanti della cultura italiana: una delle ragioni per cui, secondo una recente ricerca condotta dalla Harvard University, un gran numero di miei connazionali ha dichiarato che come alternativa all’essere Statunitensi avrebbero desiderato essere Italiani.
Del vostro paese mi piace anche la continua ricerca di qualità nella vita e nelle relazioni, che se ben indirizzata può aiutarci a fare anche scelte professionali più corrette. Le micro-imprese che caratterizzano da sempre il tessuto industriale italiano sono ritornate attuali anche in USA, perché declinano l’idea che se hai valori forti e sai come dargli voce trasformandoli in azioni concrete anche lavorative, sei in grado di liberare un potere molto più di grande di quello che credi e ottenere così il successo che cerchi.
È venuto il momento di concludere l’intervista e di continuare la nostra chiacchierata con Mary in forma più privata. Andiamo a cena in uno dei ristoranti di questo caratteristico paesino sulla costa del Massachusetts, una volta ricettacolo di pirati e contrabbandieri, ora attraente e elegante località popolata da intellettuali e professionisti. Si unisce a noi la compagna di Mary, una psicologa con cui la nostra amica condivide non solo la vita, ma anche molti interessi professionali. Vederle insieme, rilassate mentre passano con disinvoltura dal discutere di lavoro alle scelte di vita, ci ricorda che uno dei segreti della felicità è proprio questo: essere sempre se stessi in qualsiasi contesto.
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Come Mary stessa ci ricorda:
“Non potrei fare cose che non amo e che non mi fanno sentire felice e soddisfatta. Ho avuto proposte professionali che mi avrebbero fatto guadagnare di più o più prestigiose ma che non amavo. GVV è un duro lavoro, stressante, e a volte mi sento esausta ma è anche un dono che mi da tanta gioia. Le tecniche che insegno in aula sono il risultato della mia personale ricerca della felicità: anche io volevo trovare il modo di attuare i miei valori!”
Nel liberare se stessa, trovando la sua strada, Mary ha permesso a tanti di fare altrettanto, noi due compresi!
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Per avere maggiori informazioni su Mary Gentile e il suo innovativo metodo Giving Voice to Values è possibile visitare il sito internet www.givingvoicetovalues.com o partecipare ad uno dei suoi corsi on line.
| partem claram semper aspice |
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[…] of Virginia Darden School of Business – che, oltre 10 anni fa, ha creato il programma Giving Voice to Values, il cui scopo è quello di aiutare le persone a riconciliarsi con se stessi e con i propri valori […]