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di Alice Alessandri e Alberto Aleo

Le consulenze One to One sono spesso occasione per i nostri clienti di parlare dei loro sogni. In questi intimi momenti di “verità” vengono alla luce stimoli e idee potenzialmente rivoluzionari. È il caso di una manager che qualche tempo fa ci ha confessato il desiderio di occuparsi della crescita personale dei suoi colleghi e dell’evoluzione spirituale dell’organizzazione per cui lavora. È convinta, infatti, che questo incrementerà l’armonia e il clima interno, contribuendo alla crescita dei risultati. Che esista un legame tra ambiente di lavoro e performance non è certo una novità ma che possa esistere in azienda una figura professionale che si prenda cura dell’anima della gente si! Stiamo parlando di un nuovo ruolo con grande potenziale strategico: il soul manager. Da come ci alimentiamo, agli spazi in cui lavoriamo, alle azioni che compiamo, tutto incide sul benessere e di conseguenza sui risultati.


Solo adottando una visione olistica del professionista e della persona, potremmo sperare di avere collaboratori centrati che siano una vera risorsa. 


Corpo, testa, cuore

Come esseri umani siamo composti di molte parti. Ubbidiamo ad istinti animali, ad emozioni profonde e, solo limitatamente, alla nostra razionalità. Le relazioni con i nostri simili sollecitano sopratutto quelle componenti che sono meno sotto il controllo della mente.


Se pensiamo che ognuno di noi spende a contatto con colleghi e clienti almeno il 50% della sua giornata, ci rendiamo immediatamente conto di come corpo e cuore, cui gli istinti e le emozioni fanno riferimento, giochino un’enorme importanza anche nella nostra professione.


Tutti, almeno una volta, abbiamo fatto esperienza di come compiere un’azione contraria al nostro istinto possa essere pericoloso o avventurarsi in una sfida che non ci appassiona possa condurre a risultati negativi. Allenando corpo e cuore ad agire in accordo con la nostra testa, il soul manager ci aiuterà a migliorare le performance consentendoci di esprimere al meglio le nostre capacità e competenze, così da mettere a servizio della mission e della vision aziendali ben di più che la nostra mente.

soul manager

Dal dire al fare

È ormai evidente che, nei mercati maturi, la componente immateriale del sistema d’offerta è quella davvero in grado di fare la differenza. L’attenzione del cliente è sempre più spesso concentrata su valori e identità, piuttosto che prodotti e servizi. Ma come si fa a dare concretezza all’immateriale? La risposta è solo apparentemente semplice: attraverso lo stile d’interazione ovvero la relazione. Le nostre dichiarazioni di intenti rimarranno tali se non si tradurranno in comportamenti verso clienti e colleghi.


Le aziende, che attraverso il marketing hanno imparato a lanciare succulenti promesse, hanno adesso bisogno di trasformarle in fatti e per farlo devono servirsi di persone in grado di costruire relazioni coerenti con i principi espressi dall’organizzazione.


Stiamo dicendo che tra il dire e il fare c’è lo stesso rapporto che esiste tra sinapsi, cuore e muscoli. Sarà il soul manager a curare il loro coordinamento, verificando che i valori siano compresi, condivisi nel profondo e quindi tradotti in azioni. Non soltanto un brand manager esperto d’identità aziendale, ma qualcuno che sappia legare quest’ultima ai comportamenti e alla crescita del singolo.

Identità collettiva e leadership condivisa

Le aziende in questi anni sono profondamente mutate. Da organizzazioni piramidali, in alcuni casi padronali, all’interno delle quali una o poche identità emergevano, sono diventate strutture reticolari: sistemi all’interno dei quali potere, conoscenze e, a volte, funzioni sono condivise. Questa trasversalità e democratizzazione, se non gestita, può portare ad un indebolimento di carattere. Se l’azienda piramidale infatti si identificava con il suo vertice, l’azienda orizzontale ha bisogno di un’identità e una leadership condivise. Ma come si fa a costruire uno spazio nel quale si riconoscano e raccolgano le varie anime da cui è formata un’organizzazione? Guidando le persone attraverso un percorso comune di consapevolezza ed evoluzione. Ancora una volta esattamente ciò di cui un soul manager dovrebbe occuparsi.

Qualche tempo fa è girata sui social un’immagine che ritraeva alcuni agenti della polizia canadese impegnati in una lezione di yoga: sicuramente un’idea inusuale di gestire un dipartimento di polizia. Anche Niccolò Branca nel suo libro “Per fare un manager ci vuole un fiore” ci ha parlato chiaramente del ruolo che ha avuto la meditazione nella gestione dell’azienda di cui è presidente.

Noi crediamo che il futuro del business passi anche attraverso prassi che sappiano unire mente, corpo e cuore. In questa visione, per prosperare le aziende dovranno diventare luoghi in cui fondere obiettivi personali e professionali ed avranno bisogno di soul manager che aiutino le persone a superare il conflitto d’identità che separa chi sono da cosa fanno.

| partem claram semper aspice |

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Passodue, studio di consulenza e formazione, nasce nel 2012 dalla volontà di Alice Alessandri e Alberto Aleo di unire le loro esperienze per dare una svolta alla vita personale e professionale. Il progetto è basato sull’idea di cambiare la forma mentis del mercato rispetto ai concetti di “vendita”, “marketing” e “leadership” dimostrando che fare business eticamente si può e può essere assolutamente efficace.

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