di Alberto Aleo
Personalmente non mi sono mai piaciuti i candidati che arrivano al colloquio vestiti come per andare ad un matrimonio. Dentro la mia testa mi sono sempre chiesto “ma non ti pare un po’ esagerato e fuori luogo?”. Non sopporto i ritardatari (anche se di pochi minuti) o quelli che arrivano con troppo anticipo: giungere prima va benissimo per preparasi e rilassarsi ma occhio a non “disturbare” il vostro interlocutore. Vestite quindi in modo sobrio ma pratico, l’idea che dovreste dare è quella di una persona efficiente e non di un damerino o di una show-girl. Arrivate con almeno 5 minuti di anticipo e prendete confidenza con il posto, sorridete, socializzate e siate cortesi con receptionist e eventuali altri candidati in attesa. Oltretutto nelle anticamere degli uffici si prendono tantissime informazioni che potrebbero tornare utili proprio durante il colloquio!
Quando intervisto un candidato per un’assunzione mi piace fare tante domande, ecco l’elenco delle mie preferite con alcune utili indicazioni per rispondere; sono domande ricorrenti nei colloqui alle quali vi suggerisco di prepararvi:
- Quali obiettivi professionali si è posto facendo richiesta di assunzione in questa azienda?
La domanda dovrebbe prevedere una risposta articolata che argomenti sia gli obiettivi professionali del candidato, sia il contributo che egli sente di poter dare all’organizzazione. Attenzione quindi a rispondere con frasi generiche tipo “vorrei dare il massimo”, “mi piace lavorare in gruppo”, “per me è importante fare esperienza”: siate specifici!
– Quale particolare esperienza vi interessa fare
– Cosa cercate di concreto in quel lavoro?
– Cosa pensate di saper e poter fare da domani?
Non preoccupatevi di “ridurre” la vostra professionalità a poche azioni o dimostrarvi meno ambiziosi parlando di qualcosa di circostanziato, l’importante è che agli occhi dell’interlocutore le vostre risposte risultino sincere e concrete.
- Cosa sa di noi?
Evitate anche in questo caso frasi standard tipo “siete dei leader e ho sempre sognato di lavorare con voi” o peggio “non so molto perché sull’inserzione c’era scritto solo il ruolo” e cercate invece di dire cosa realmente ha suscitato il vostro interesse. Prima di effettuare il colloquio spulciatevi quindi il sito e tutti i materiali aziendali cui potete avere accesso (anche quelli che avete trovato in sala d’attesa). Andate pure su linkedin a cercare il profilo della persona che vi intervisterà (di cui ovviamente vi sarete premurati di farvi dare il nome).
Quello che dovrete individuare sono le cose “non comuni che avete in comune” con l’azienda e con le persone che fanno parte dell’organizzazione.
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- Perché vuole cambiare?
“Sto cercando di realizzarmi più profondamente nel mio lavoro, cerco un’esperienza che mi faccia crescere come essere umano….bla…bla…bla…”. Cercate di essere chiari e sinceri. Mi sono sempre piaciute le persone che rispondevano a questa domanda in modo franco.
Non mi trovavo più bene, voglio guadagnare di più, desidero usare questa competenza e capacità specifica, ecc…
Vi raccomando solo di dare adeguate giustificazioni quando descrivete un “difetto” della vostra precedente occupazione e di fare vedere sempre il risvolto positivo per il vostro nuovo interlocutore. Va benissimo quindi dire “non era il ruolo giusto per me” ma affiancateci ad esempio un “perché io voglio stare sul campo e incontrare i clienti”.
- Ha qualche domanda da farmi?
Se anche non ne avete, evitate di rimanere zitti e dite qualcosa come “per il momento nessuna ma mi riservo di richiamarvi per capire come procede la selezione”. In generale è utile chiedere dettagli sulla posizione e obiettivi a breve, medio e lungo termine del ruolo, così come farsi dare informazioni sugli step successivi.
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Ricordatevi la regola aurea di un incontro commerciale (ed un colloquio di lavoro lo è a tutti gli effetti): “chi domanda comanda”.
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D’altronde pensate a quando invitate a cena qualcuno, se siete solo voi a parlare l’altro vi troverà noiosi. Anche se siete voi gli intervistati lasciate quindi spazio al vostro interlocutore e fatelo parlare di sé e della sua azienda.
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In generarle ricordatevi le tre parole chiave dell’efficienza: semplicità (dite cose chiare e condivisibili), velocità (siate brevi e efficaci) e affidabilità (arrivate puntuali, bilanciate argomenti, comportamenti e abbigliamento). Fate in modo che tutto ciò che dite e esprimete declini al meglio questi concetti. Per il resto siate autentici e “in bocca al lupo”.
| partem claram semper aspice |
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Buongiorno, mi è piaciuto molto questo articolo, ma dopo aver fatto (e soprattutto subito) tanti colloqui, e letto moltissimi vademecum su come affrontare il colloquio, scrivere la lettera di presentazione, richiedere informazioni sugli step successivi eccetera, ritengo sia fondamentale ricordare ai ragazzi quanto la componente soggettiva del valutatore, unita alle circostanze ed ai fattori “ambientali” sia comunque determinante.
Ciò che voglio dire, è che pur rispettando queste regole, in realtà, non è detto che si effettuerà una buona impressione. Ad esempio: a qualcuno dà fastidio se vi presentate ben vestiti, altri invece lo ritengono una prima manifestazione di impegno e rispetto verso l’azienda cui vorreste entrare.
Purtroppo, un colloquio di lavoro è molto più simile a uno spinn-date che non a qualcosa di scientifico. Il consiglio che sento di dare, al di là della regola sempre valida di manifestare entusiasmo ed interesse per il lavoro in questione, è quello di farne quanti più possibile. Come diceva Seneca, “la fortuna non esiste: esiste il momento in cui il talento incontra l’occasione”.
Ciao Ale, grazie per il tuo commento sempre puntuale. Concordo! L’invito base è sempre essere naturali e saper ascoltare in questo senso quanto espresso da te è perfettamente in linea con l’articolo. Io ho inteso raccontare la mia esperienza come esaminatore ma non è detto che tutti la pensino così …