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di Alberto Aleo e Alice Alessandri

Quando l’anno scorso siamo arrivati per la prima volta a Boston, con solo una manciata di appunti per il libro e un paio di nomi da contattare, tutto sembrava davvero in salita e la scelta di passare qui due mesi pareva proprio un azzardo: come avremmo fatto ad avere appuntamenti con persone di “peso” e ad entrare in contatto con istituzioni “sacre” come il MIT e Harvard?

secondo passo a boston

Con impegno siamo riusciti a combinare incontri con alcuni professori e direttori di dipartimento. Poi la perseveranza e la determinazione hanno fatto maturare gli iniziali “interesting, keep in touch” al punto da ricevere un’offerta per pubblicare il libro in USA. Adesso siamo qui per la seconda volta e, per strano che possa sembrare, nonostante tutta la strada già fatta, l’ansia del risultato è ancora più forte. Prima di partire ci chiedevamo “cosa potremmo ottenere di più rispetto a quello che abbiamo già ottenuto?” e ancora “come si va avanti da questo punto in poi?”. Queste perplessità confermavano la nostra stessa teoria, esposta qualche tempo fa in un post:

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il “secondo passo” è spesso più difficile del primo.

Atterrati a Boston senza aver ancora trovato una risposta convincente alle domande che ci assillavano, ci siamo imposti un “atteggiamento tattico” così riassumibile:

andare avanti e oltre il conosciuto per scoprire nuove prospettive e aprirsi alle opportunità.

Nella nostra pratica quotidiana ciò comporta percorrere strade diverse anche rischiando di allungare il tragitto, provare nuovi ristoranti e sperimentarne i sapori, esplorare quartieri non visti prima mescolandoci alla gente del posto, fare nuove domande a persone già conosciute e conoscerne sempre di nuove. Cambiare prospettiva cambia noi e il nostro rapporto con gli altri, ci fa scoprire tesori nascosti, ritornare indietro per raccogliere qualcosa che c’era sfuggito in precedenza e tutto questo riserva sorprese inaspettate. Ad esempio questa settimana siamo stati a colloquio con due professoresse: la prima è Lynn Paine, una nuova conoscenza, vice-preside della Harvard Business School, l’altra è Mary Gentile che invece avevamo già incontrato lo scorso anno, direttrice della ricerca Give Voice to Values cui anche noi partecipiamo. La Prof. Paine, nonostante per email avesse dichiarato di aver solo poco tempo a disposizione, ci ha invece ascoltato per un’ora e un quarto, facendoci domande per capire bene il senso del nostro lavoro, fotocopiandoci personalmente i suoi articoli e riempiendoci di consigli e complimenti. Garbata, semplice e intensa come solo la profonda conoscenza e l’umiltà di non sentirsi mai arrivati ti fa essere, Lynn sarà per noi – ne siamo certi – fonte di molte e nuove opportunità. Mary Gentile è la nostra mentore qui in USA, con lei è tutto un abbracciarsi e ridere, lavorando però seriamente sull’allargamento del nostro network: con autorevole e cortese tenacia ci sta infatti mettendo in contatto con istituzioni e docenti che altrimenti avremmo solo sognato d’incontrare. Grazie a una misteriosa affinità tra di noi si è creato un rapporto speciale che in questa seconda visita a Boston stiamo approfondendo, generando valore condiviso. Come raccontiamo nella nostra “vendita etica” non tutto può essere ricondotto solo agli aspetti materiali ma si scambia anche il piacere di stare insieme, ciò che di nuovo si impara e le conferme che si ricevono, i luoghi belli in cui ci si incontra e la possibilità di conoscere nuove culture.


Vi auguriamo di affrontare la vostra estate in modo nuovo, facendo passi in avanti e con lo sguardo rivolto a cosa c’è oltre.


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Fatevi alleato il tempo permettendo alle cose di maturare e agendo nel loro ritmo naturale. Come scriveva il poeta Machado “Viaggiatore, non c’è sentiero, il sentiero si fa mentre cammini” e, aggiungiamo noi, ci vogliono molte andate e ritorni, così come molti piedi di viandanti che percorrano insieme uno stesso tracciato perché alla fine da questo possa nascere una strada. Benvenuti quindi a tutti quelli che vorranno essere nostri compagni di viaggio.

| partem claram semper aspice |

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Consulente e formatrice di professione mi definisco un “informatico anomalo”: laureata in Scienze dell’Informazione sin da subito mi sono indirizzata verso il settore della comunicazione interpersonale. La mia esperienza di oltre 10 anni come imprenditrice mi ha permesso di gettare le basi per quello che sarebbe diventato il mio progetto più importante, Passodue: società di consulenza e formazione che combina profitto ed etica, successo professionale e felicità. Con Alberto aiuto le aziende a compiere il loro secondo passo verso un successo fondato sull’etica e le relazioni.

Questo articolo ha 2 commenti

  1. Ragazzi che voglia di fate venire di trovare anch’io un nuovo sentiero!!!!

  2. Il viaggio dà un senso profondo alla vita e noi siamo contenti di viaggiare con te Licia 🙂 la tua curiosità e voglia di guardare oltre ti porteranno a tracciare nuovi ed entusiasmanti sentieri, ne siamo certi.

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