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di Alice Alessandra e Alberto Aleo
Qualsiasi manuale di leadership che si rispetti parla dell’importanza di saper delegare. Tutti noi, a prescindere dal ruolo e dal contesto, possiamo immaginare l’utilità di questo strumento che fa riferimento alla capacità di affidare a qualcuno obiettivi, responsabilità e azioni che ci competerebbero.
Quante volte c’è capitato di pensare “lui si che è bravo a lasciar far tutto agli altri” aggiungendo la considerazione che “evidentemente può fidarsi di loro”. I concetti di delega e di fiducia, infatti, sono spesso accoppiati: si lascia la responsabilità agli altri soltanto se ci si può fidare. Sembrerebbe allora che chi non sa, o non può, delegare abbia un problema di fiducia. Ma siamo sicuri che sia così e non invece mancanza di metodo?
Seguiteci in un ragionamento che cambierà la vostra prospettiva sulla delega, la fiducia e il trasferimento di responsabilità che ne consegue. Partiamo!
Il tempo della delega
Delegare è un verbo che va declinato tenendo conto della dimensione temporale. Questo significa che posso arrivare alla delega solo attraverso un percorso che coinvolge me e la persona cui voglio affidare una qualche forma di responsabilità.
Intanto chiariamoci sul significato di delegare in contesto professionale: per noi vuol dire assegnare a un collaboratore un obiettivo che è in grado di svolgere in modo autonomo perché, non solo ha le competenze, ma anche la tenuta emotiva e psicologica necessarie a raggiungerlo.
La maturità professionale da un lato gli darà la capacità di valutare quali strumenti usare, attivando creatività e spirito di squadra, dall’altro gli consentirà di essere affidabile, sposare i principi aziendali trasformandoli in azioni ed esercitare la volontà di assumersi responsabilità.
Ogni processo di maturazione per arrivare a compimento necessita di cura e tempo, di conseguenza anche la delega non è un atto immediato.
Tempo e cura li ritroviamo anche nel percorso di costruzione della fiducia, che in Passodue descriviamo attraverso il Cerchio della Fiducia. Collegheremo allora i concetti di delega e fiducia grazie alcuni passaggi.
Delega e fiducia
Chi ci conosce sa che il nostro strumento principe per definire i passaggi che contraddistinguono le relazioni all’interno del mercato è il Cerchio della Fiducia. Questa struttura rappresenta un percorso composto da 6 livelli consequenziali. A ciascuno di essi corrispondono sfide e azioni applicabili anche al percorso di delega che di seguito descriviamo.
- 1° livello: dall’indifferenza alla diffidenza – Sembra assurdo doverlo ricordare, ma il primo passaggio di un processo di delega è avere un minimo di relazione con l’altro, comunicare direttamente, far si che si accorga di noi. In questa fase aspettiamoci qualche atteggiamento diffidente, che va tenuto in considerazione e dal quale non farsi scoraggiare. Se c’è qualcosa più difficile di delegare è, infatti, accettare di essere delegati.
- 2° livello: dalla diffidenza all’attenzione – Se la diffidenza si supera costruendo con l’altro una relazione sincera, rispettosa, umana, la sua attenzione si attiva mettendo la persona al centro del percorso che ci apprestiamo a compiere insieme. Questo significherà stare in ascolto e capire i suoi bisogni, fornendogli ciò che gli serve per crescere sia in termini di competenze tecniche che di capacità umane.
- 3° livello: dall’attenzione all’interesse – Se vi ha accettato come guida verso un percorso che lo aiuterà ad assumersi responsabilità, non è però ancora detto che la persona si senta pienamente coinvolta e motivata nel compierlo fino in fondo.
Per poter accendere la sua motivazione vi servirà coinvolgerla, attivando l’interesse attraverso l’offerta di vantaggi e stimoli. Se state pensando al danaro, sappiate che non è la risposta più efficace. - 4° livello: dall’interesse alla fiducia condizionata – Questo ulteriore livello si supera facendo partecipare il collaboratore al processo decisionale e confrontandosi con lui/lei su strategie, scelte e azioni che saranno applicate. Le responsabilità ultime, legate alle conseguenze delle scelte, sono ancora le vostre ma quelle intermedie, invece, potranno essere condivise.
- 5° livello: dalla fiducia condizionata a quella allargata e ripagata – Dopo essersi sperimentata, la persona è pronta ad assumersi la piena responsabilità, non soltanto della scelta delle azioni ma anche della definizione degli obiettivi.
Questo non vi farà uscire di scena disinteressandovi di ciò che accade perché la cosa bella delle responsabilità è che non si escludono a vicenda, non agiscono come un gioco a somma zero, ma si sommano amplificando la gamma dei risultati raggiungibili. - 6° livello: dalla fiducia allargata e ripagata al futuro – Anche se avete completato il “Cerchio della Fiducia” delegando qualcosa a qualcuno, questo non significa che egli sia pronto ad assumersi ogni responsabilità in qualsiasi campo. Nuove sfide, nuovi settori e nuovi argomenti comporteranno l’attivazione di nuovi percorsi, certamente agevolati da ciò che accaduto in precedenza e che, se pur in modo facilitato, ripercorreranno le tappe appena descritte.
La cultura della delega
I passaggi descritti nel paragrafo precedente rappresentano un vero e proprio “metodo per delegare” che può essere appreso e replicato, adattandolo alle diverse situazioni in cui la delega si rende necessaria.
Ma qual è l’obiettivo ultimo dell’impegnarsi in un percorso così articolato e che richiede un coinvolgimento attivo?
Se la risposta ha a che vedere soltanto con lo scarico d’impegni da parte nostra, vi avvertiamo che è una motivazione troppo debole per darvi la forza di percorrere tutti e 6 i passaggi descritti.
La delega è un viaggio abilitante che contente di costruire fiducia tra le persone che lo compiono, di accompagnare la crescita professionale dei collaboratori, così da contribuire a fondare una cultura aziendale basata su rispetto, spirito di servizio, passaggio di conoscenze e integrazione.
Riduce la paura dell’errore, definendo una vera e propria etica delle relazioni interpersonali.
Imparare a delegare significa lasciare che ciò che sappiamo ci sopravviva: un’eredità che restituisce senso al nostro ruolo come leader, professionisti, persone.
| partem claram semper aspice |
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