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di Alice Alessandri e Alberto Aleo

Qualche settimana prima della pausa estiva, siamo stati coinvolti dall’associazione Verso il Cenobio in una “due giorni” dedicata al Capitale Spirituale, un nuovo interessante concetto in grado di mettere in luce alcuni aspetti del patrimonio delle organizzazioni spesso trascurati. L’articolo che segue è una sintesi di quanto emerso nell’incontro del 29 e 30 Giugno presso l’Eremo dei Monaci Camaldolesi di Monte Giove e vuole essere un tributo a tutti coloro che erano presenti e stanno contribuendo alla ricerca sul concetto di capitale spirituale e sui modi per incrementarlo.

Calcolare il valore di un’azienda: le varie forme di capitale

Una delle cose più difficili per chi si occupa di azienda e di mercati, è calcolare il valore di un’organizzazione.


Non si può infatti fare appello soltanto al capitale economico, cioè tutti quegli asset che possono essere direttamente convertiti in danaro, ma anche tenere conto del sistema di relazioni e competenze che l’organizzazione possiede, della sua reputazione e del valore del marchio, delle persone che ne fanno parte, delle loro capacità e della loro esperienza, della cultura e della storia.


Per quanto a volte “intangibili” tutti questi aspetti hanno un effetto concreto ed immediato sulla quotazione di un’azienda: basti pensare che la Coca Cola qualche hanno fa ha stimato che del suo valore totale soltanto il 40% è imputabile al capitale economico e ad altri aspetti materiali. L’azienda potrebbe sopravvivere senza i suoi asset monetari ma non senza la sua reputazione, il suo know how e tutti gli altri aspetti “immateriali” che ne sostengono identità e presenza sul mercato. In questo quadro già frastagliato si inserisce un concetto nuovo e, per certi versi, ancora più complesso che è appunto il capitale spirituale. Darne una definizione esaustiva non sarà facile, la ricerca sul tema infatti è ancora aperta, ma noi muoveremo qualche passo insieme verso una possibile interpretazione.

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Che cosa è il Capitale Spirituale e a cosa serve

Così come noi esseri umani siamo fatti di corpo, mente e anima – tre elementi che devono armoniosamente svilupparsi per raggiungere benessere e felicitàanche le aziende sono composte da aspetti fisici o materici (sedi, strumentazioni, liquidità, …), aspetti logico-razionali (know-how, brevetti, processi, diffusione del marchio, …) e infine quelli spirituali che fanno riferimento direttamente alle persone, ai loro valori, alla cultura dell’organizzazione. Tutti devono compenetrarsi e bilanciarsi altrimenti il benessere, che nel caso di un’organizzazione potremmo equiparare al successo, non potrà essere pienamente raggiunto. Se è facile investire sui primi due, ad esempio aumentando gli asset materiali o sviluppando competenze e capacità, come si potrà arricchirne il capitale spirituale? Per rispondere a questa domanda focalizziamo l’attenzione sugli effetti negativi del non-investimento in capitale spirituale: demotivazione, conflitti interni, assenza del senso di missione o scopo, comportamenti non etici, poca attenzione all’essere umano. Per contrapposizione possiamo dire che


la presenza di un ricco capitale spirituale in azienda è testimoniata da un senso diffuso di rispetto, attenzione per l’altro e cura delle relazioni, focalizzazione verso l’obiettivo comune, ottimismo, gratitudine per i risultati e soprattutto continua ricerca evolutiva a servizio di tutti, non solo del profitto.


capitale spirituale

A scuola di spiritualità: investire sull’anima dell’azienda

Ma come risvegliare e dare voce all’anima dell’azienda?

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Nonostante la sua natura eterea ed immateriale, per lavorare sugli aspetti che riguardano la spiritualità e l’anima bisogna compiere delle azioni e agire dei comportamenti!
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Non si può essere spirituali sulla carta, come non si può essere etici senza operare correttamente. Tutte le religioni hanno istituito templi, riti e preghiere per invitare gli essere umani a “praticare” la spiritualità ed in un certo senso la stessa cosa dovrebbero fare le aziende. Alcune buone prassi sono quelle che riguardano lo stile delle relazioni, ma anche l’organizzazione degli spazi, l’uso del tempo, il coltivare aspetti come bellezza, educazione, senso di mutuo rispetto, conoscenza e umorismo. Non è detto che facendo tutto ciò la spiritualità di un’azienda ne esca arricchita – come non è scontato che pregando e meditando la vostra anima si incontri necessariamente con il divino – ma certamente determinate azioni sono necessarie per creare il contesto giusto affinché ciò avvenga.

Quando si parla di spiritualità il rapporto causa-effetto, come ce lo insegna la fisica tradizionale, è sospeso: non ci si può aspettare un ritorno immediato e diretto degli investimenti che effettuiamo in capitale spirituale, ma ricordate che chi semina molto e cura costantemente raccoglierà sempre.

cammino

Uomini e donne in cammino verso la felicità

Senza la giusta fusione di tutti gli aspetti che definisco l’uomo e le organizzazioni di cui è creatore, non si possono raggiungere pieno successo e felicità; per questa ragione anche in economia la dimensione spirituale non può essere trascurata. Parlare di spirito o di anima è sempre molto complicato ancora di più in un contesto di mercato. Al di là di tutte le formule e i precetti che sempre più persone stanno cercando di codificare, vi diamo due spunti di riflessione per poter esplorare questo importante tema nella vostra vita e nel vostro lavoro:

  • la felicità più autentica viene dalla dimensione spirituale della vita. L’anima è felice quando può espandersi ed esprimersi liberamente in uno spazio ampio. In questa seconda parte dell’anno lavorativo dedicatevi a tutto ciò che allarga la prospettiva, scardina la confort zone in cui siete abituati a vivere e costringe a porvi domande nuove che stimolino l’esplorazione.
  • circondatevi di uomini e le donne di spirito; si riconoscono dalla loro certezza che ogni cosa accade per un significato superiore, magari ancora non rivelato, ma che sicuramente agisce verso la loro evoluzione. Da questa consapevolezza ne traggono una gioia sottile, che traspare anche nei momenti più duri della loro esistenza. Da loro imparerete non una passiva accettazione ma la fede nella vita.

Nessuno di noi ha oggi una risposta definitiva sulla composizione del capitale spirituale, ma ciò che appare evidente è che esso sia un “processo non un possesso”, come ci insegna la millenaria saggezza dei monaci che ci hanno ospitato durante queste riflessioni. Invitiamo chi volesse approfondire i temi di questo articolo a contattare l’associazione Verso il Cenobio oppure a scriverci direttamente.

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Passodue, studio di consulenza e formazione, nasce nel 2012 dalla volontà di Alice Alessandri e Alberto Aleo di unire le loro esperienze per dare una svolta alla vita personale e professionale. Il progetto è basato sull’idea di cambiare la forma mentis del mercato rispetto ai concetti di “vendita”, “marketing” e “leadership” dimostrando che fare business eticamente si può e può essere assolutamente efficace.

Questo articolo ha 2 commenti

  1. Grazie.
    Tema ben introdotto e ricco di spunti interessanti. Meriterebbe ulteriore approfondimento la seconda parte…Uomini e donne in cammino verso la felicità…ma, come detto, la materia non è ancora completamente esplorata…

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