da un’intervista con Alice Alessandri e Giovanna Rossi
Vi siete accorti che parlando di marketing e strategia aziendale, l’aria è cambiata?
Per anni l’ispirazione primaria, ad esempio del commerciale, proveniva dalla metafora dell’esercito e della guerra. I venditori e i manager vivevano in un mondo in cui i clienti non erano persone ma target, il prodotto non era da offrire ma da piazzare, c’era un territorio da conquistare e delle gerarchie da rispettare molto simili a quelle di un corpo d’armata.
Adesso, guardando soprattutto alle aziende che con successo riescono a costruire una relazione vera e duratura con i clienti, le cose sono diverse, sia nel gergo (oggi non si parla più di target ma di “personas”) sia nelle prassi e nei valori.
Quello cui marketing e strategia oggi tendono è infatti far innamorare i clienti e come potrebbe un’organizzazione “guerra-fondata” essere credibile nel perseguire questo obiettivo? Allora è necessario aggiornare metafore, strategie e valori. Nel farlo bisognerà rivolgersi a figure che sappiano integrare concetti come cura, ascolto, accoglienza, empatia e appunto amore. C’è una categoria di persone particolarmente esperte e ricettive rispetto a tutto ciò: le donne che hanno impressi nel loro DNA molti dei principi che servono oggi alle aziende. Negli ambienti accademici infatti, i nuovi valori su cui fondare un business etico vengono chiamati “feminine principles”.
Photo Adobe Stock
Abbiamo chiesto ad Alice Alessandri, imprenditrice, autrice di libri e fondatrice di Passodue , e Giovanna Rossi, consulente, editrice del blog 46Percento e creatrice insieme al compagno del progetto “Prima di Tutto”, di parlarci proprio dell’essere donna in azienda e delle differenze d’approccio che ciò comporta. Lo abbiamo fatto attraverso un’intervista doppia, in pieno stile televisivo.
1. Quali sono dal tuo punto di vista le principali differenze tra l’approccio maschile e femminile al lavoro e al business?
Alice |
Giovanna |
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Parto da una semplice considerazione: il maschio e la femmina sono fisicamente differenti e credo che da questo dipenda un diverso modo di affrontare la vita e il lavoro nello specifico. L’approccio generalmente più flessibile, paziente e inclusivo di una donna può essere attribuito ad un corpo allenato a transiti ormonali e capace di trasformarsi per accogliere al suo interno una nuova vita. L’uomo tende ad avere un approccio più esplosivo, focalizzato e totalizzante. |
Nella mia esperienza mi sembra che le donne abbiano una maggiore capacità organizzativa e un’abilità nel gestire programmazione e complessità. Gli uomini vanno più facilmente al punto credo, sono più tranquilli anche… Le donne troppo spesso sono nella posizione di dover dimostrare quanto valgono. |
2. Quale aspetto dell’essere donna ti ha aiutato sul lavoro?
Alice |
Giovanna |
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Sono capace di passare velocemente da una mansione all’altra anche molto diverse tra loro come scrivere un progetto e poi caricare l’asciugatrice, ottimizzare al meglio il tempo e concentrami in qualsiasi situazione. Ho un approccio collaborativo, il senso dell’accudimento e la capacità di percepire il sentimento che regna in un gruppo. | Il fatto di essere naturalmente in grado di sopportare grandi carichi di lavoro e la capacità di tenere sotto controllo i flussi delle attività. Poi credo anche la capacità di entrare in empatia con le persone, una predisposizione quasi materna (anche se in me è molto spiccata da sempre) alla comprensione dell’altro. |
3. Quale caratteristica invece più maschile ti ha supportato?
Alice |
Giovanna |
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Da piccola ero considerata un “maschiaccio”: capello corto, jeans, motorino a marce, vivacità e bisogno di stare sempre in movimento. Anche se oggi ho un aspetto più femminile sicuramente so impegnarmi con grande volontà per perseguire gli obiettivi che desidero. | Non so riconoscermi un aspetto maschile, che certamente però avrò! Degli uomini invidio la capacità di farsi scivolare addosso le cose. Di non prendersela troppo, di andare avanti. In questo cerco di imitarli ogni giorno! |
4. Spesso nel mondo del lavoro una donna di successo viene definita “con le palle”! A te come piacerebbe essere definita?
Alice |
Giovanna |
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“La rivincita di Pollyanna”. Spesso mi sono sentita messa in ridicolo per il mio approccio positivo ed entusiasta alla vita. Con gli anni ho imparato ad essere più oggettiva ma rimango comunque convinta che guardare il lato luminoso -e impegnarsi per generare prospettive luminose- sia sempre un’ottima scelta di vita! | Quando ero più giovane odiavo quelli che per farmi un complimento mi dicevano “Che begli occhi!” (ho due banali occhi azzurri… ma si sa gli occhi chiari chiamano il complimento!) avrei preferito di gran lunga che mi dicessero “Quanto sei intelligente!”. Ora vorrei venisse apprezzata la mia competenza, una donna col cervello. Che poi se qualcuno mi definisse una donna col cervello sarebbe ritenuto il massimo del sessismo! ? |
5. In un mondo del lavoro dominato dai principi maschili quale ricchezza può arrivare includendo anche quelli femminili?
Alice |
Giovanna |
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Il mondo del lavoro oggi più che mai ha bisogno di includere i principi femminili di accoglienza, empatia, comprensione. Sicuramente avere più donne leader può sostenere questo cambiamento. Nella mia attività di formatrice incontro “persone a metà” che lasciano l’anima sull’attaccapanni per indossare l’abito da lavoro. Abbiamo invece bisogno di esseri umani completi, liberi dalla virilità ostentata (non solo dagli uomini ma anche dalle famose “donne con le palle”) che hanno imparato a coniugare forza e tenerezza, gioia e commozione, incisività ed empatia. |
Credo che la dolcezza, l’ascolto, la sensibilità siano doti che spesso nel mondo del lavoro varrebbero come l’oro ma vengono trascurate, soprattutto dalle donne stesse che pensano di dover somigliare agli uomini per poter conquistarsi il loro posto. |
6. Che consiglio dai a chi pensa che la vita e la percezione sociale di una donna a volte possano mal conciliarsi con la carriera?
Alice |
Giovanna |
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Partendo dalla mia esperienza personale posso affermare che essere donna e professionista non solo è possibile ma queste due parti – se ben integrate – si sostengono a vicenda. Il mondo del lavoro sta diventando sempre più flessibile e c’è spazio per inventarsi professioni su misura: in questo scenario la donna, ancora pilastro della vita familiare e domestica, può trovare un modo pieno e autentico per realizzarsi. |
Direi che una donna ha tutte le carte in regola per avere una carriera, anche con una famiglia! Non è semplice perché spesso il mondo del lavoro è molto rigido. Credo che le aziende farebbero bene a strutturarsi perché le donne non siano costrette a scegliere tra famiglia e lavoro, nel momento in cui assumono incarichi di responsabilità. Io ad esempio come mamma ho scelto di non delegare ad altri la vita scolastica dei bambini nonostante il mio ruolo, ma questo richiede elasticità. I colloqui scolastici, le feste sono da mettere in agenda come una riunione o un viaggio di lavoro. E devono avere la stessa priorità. Non è facile, ma ne vale la pena! |
7. Quali sono l’uomo e la donna cui ti ispiri?
Alice |
Giovanna |
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Barack Obama perché è riuscito in ciò che solo qualche decennio prima sembrava impossibile: il primo afro-americano presidente degli Stati Uniti! Ipazia, filosofa e scienziata nel IV secolo dc, che sosteneva “sono più le cose che ci uniscono di quelle che ci dividono” | Se dovessi scegliere direi Barack Obama, un uomo in cui vedo la forza e insieme la tenerezza, nonostante il suo ruolo di potere. Una donna? Che strano è più difficile rispondere… non credevo! Forse Susan Sarandon, per la sua capacità di difendere i propri valori senza paura delle conseguenze. E per la non curanza con cui tratta la sua bellezza. |
8. Visto che entrambe lavorate con i vostri uomini, quali sono pro e contro del lavorare in coppia?
Alice |
Giovanna |
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Lavorare con il proprio partner è una sfida e un privilegio, ma soprattuto un dono prezioso. Sono sempre di più le coppie che lavorano insieme e credo che questo sia un segnale importante di completezza e supporto reciproco, in netto contrasto con il delirio di onnipotenza dilagante in molti leader. Il rapporto con il compagno non solo aiuta ad integrare un altro punto di vista sugli eventi, ma funge anche da specchio per la propria crescita ed evoluzione. | Lavorare con il proprio compagno è una grande sfida ed anche un modo per vivere ogni giorno la bellezza e la complessità del binomio uomo-donna. Lui è di poche parole, metodico, mantiene sempre calma e freddezza. Io sono creativa, un fiume in piena di idee e parole. Sempre a pensare di non aver fatto abbastanza. È bello lavorare insieme perché possiamo prendere il meglio di uno o dell’altro a seconda della necessità. Come avere un grande zaino da cui tirare fuori all’occorrenza ciò che serve. Certo che la diversità crea conflitto a volte, ma spesso è nella gestione del conflitto che vengono fuori le soluzioni migliori. |
Tanti diversi spunti di riflessione sono emersi da queste risposte, ma uno trasversale a tutti: chi fa business ha bisogno di integrare un approccio femminile se vuole darsi una chance in più di successo.
Bisogna che tutti, imprenditori, manager, professionisti, impiegati e venditori – a qualsiasi sesso appartengano – imparino a riconoscere e strutturare la propria componente femminile.
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Per riscoprire divertendovi la vostra componente femminile o per viverla con ancora più consapevolezza, nella colonna sonora della vostra estate 2018 ricordatevi di includere:
- Just like a woman – Bob Dylan
- Le donne lo sanno – Ligabue
- Woman – John Lennon
- Donne – Zucchero
- Man! I Feel Like A Woman – Shania Twain
- Una Donna Per Amico – Lucio Battisti
- Quello che le donne non dicono – Fiorella Mannoia
Enjoy!
PS questo è l’ultimo articolo della stagione. Diariodiunconsuente e Passodue vi augurano buona estate. Ci rivediamo con il prossimo editoriale il 27 Agosto, intanto continuate a rimanere aggiornati visitando la nostra pagina Facebook.
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