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di Alice Alessandri e Alberto Aleo

Tra pochi giorni sarà Natale. Una buona o una cattiva notizia? Dipende dai punti di vista. Per alcuni infatti questo è il momento più bello dell’anno per altri, invece, non è altro che una delle tante feste consumistiche inventate dalle multinazionali per alzare i fatturati.

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Si, perché il profitto e le feste, sopratutto se religiose, per alcune persone sono proprio incompatibili.
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C’è anche chi trova ipocrita la metamorfosi natalizia che trasforma in “bravi ragazzi” anche coloro che fino a qualche settimana prima erano tra le fila dei più cinici e spietati. Senza dubbio sono ottime ragioni per riflettere sul senso profondo di questo periodo. Per questo dedichiamo l’ultimo articolo dell’anno a tutti coloro che vogliono far pace con il Natale e con le diverse forme che nel tempo ha assunto.

Foto di Jeswin Thomas su Unsplash

Il boom natalizio

È vero, a Natale si vende di più! Ma è per forza un male? Che ci piaccia o no viviamo in una società capitalista che utilizza il profitto come strumento di evoluzione e innovazione. Le aziende usano il Natale per aumentare i ricavi e parte di questi ritorna, sotto forma di stipendi e sviluppo sociale, all’intera comunità. Come detto più volte etica e sostenibilità in ambito economico non significano soltanto assenza di inquinamento e rispetto di tutti gli attori coinvolti dal processo produttivo, ma vogliono dire anche mantenere in vita il sistema, far si che esso si “sostenga” con un adeguato ciclo di incassi e uscite. Se così non fosse non avremmo un tessuto produttivo, i professionisti, gli artigiani e le aziende non pagherebbero i salari, smetterebbero di fare innovazione e, a lungo andare, l’intera comunità cui sono legati regredirebbe a tal punto da minacciare rispetto e dignità dei singoli esseri umani.

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Quando i giornali riportano buone notizie anche economiche dovremmo esserne felici e grati pure noi dal momento che viviamo in questa società godendone i frutti!
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Il “bene” insipido

Non è ben chiaro perché, ma alcuni di noi accoppiano il concetto di “bene” con una certa mancanza di gioia e sapore nella vita. Secondo questa visione, ad esempio, tutto ciò che dal punto di vista alimentare fa bene deve essere un po’ insipido, tutto ciò che è buono un po’ triste, ciò che è morale sofferto e i comportamenti etici dettati da una serie di divieti e di inviti a “non fare”. Qualcuno incolpa il Cattolicesimo di questa visione, ma basterebbe ricordare che il primo miracolo di Gesù raccontato nei Vangeli fu la trasformazione dell’acqua in vino durante un banchetto, per capire che anche la religione non contrappone gioia e morale. Perché allora un periodo di festa vissuto con allegria e spensieratezza non dovrebbe essere un bene?

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E’ vero, nella vita i successi, le gioie profonde, spesso sono raggiunti con fatica, ma anche se la medaglia che ha al collo il vincitore brilla più per il sudore che per l’oro, non dobbiamo dimenticarci che il suo sorriso quando sale sul podio è di gioia non di dolore.
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Non scambiamo dunque il fine, che per tutti noi è essere felici, con i mezzi che ci servono per raggiungerlo che in alcuni casi sanno di fatica, dedizione e disciplina. Godetevi la festa quindi senza troppi patemi!

Foto di Chris Moore su Unsplash

Un rito per risvegliarci

La festa del Natale è un rito che si rinnova ogni anno e come tale serve per celebrare qualcosa. Per chi è credente ovviamente la celebrazione è legata alla nascita del Cristo ed infatti gran parte dell’iconografia del periodo è incentrata  sull’immagine di Gesù bambino. E’ proprio su questa immagine che vorremmo attirare la vostra attenzione.

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Ciò che davvero ognuno di noi può celebrare con il rito del Natale, a prescindere dalla sua religione, è l’essere bambino o, se volete, il nostro bambino interiore.
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Come molti psicologi sostengono questa intima riscoperta, il risveglio della parte più pura ed innocente della nostra essenza, è fondamentale per l’evoluzione personale. Accettarla, giocare con essa, farci pace, è un’esperienza per gran parte privata, un viaggio interiore tra i più belli e affascinati, ma non solo. Ritornare ad essere bambini vuol dire anche condividere, confrontarsi, stare insieme, gioire e festeggiare con gli altri, divertendosi con spensieratezza e sana leggerezza. 

Concludiamo facendovi un augurio ed un appello: che sia un periodo di festa ed un Natale come lo desiderate. Impegnatevi quindi a trasformarlo fino a farlo diventare ciò che a vostro avviso dovrebbe essere. Tutte le cose, anche una ricorrenza come questa, assumono valore per il significato che diamo loro e per l’impegno che mettiamo nel renderle belle ed importanti. Durante la Prima Guerra mondiale, la notte del 24 Dicembre del 1914, i bombardamenti cessarono e i soldati attraversarono le trincee per portare doni ai nemici. E’ soltanto uno degli episodi che ci ricordano che Natale non è un giorno come un altro, sia perché sono successe molte cose importanti nella storia dell’umanità, sia perché nessun giorno dovrebbe essere “come un altro” se vogliamo dare davvero senso alla nostra vita.

Buon Natale e buon anno a tutti!

PS C’è anche chi non ama il Natale perché si trova da solo, magari malato o in una condizione che contrasta con l’aria di festa di questi giorni. A loro va tutta la nostra vicinanza e il nostro affetto.

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Passodue, studio di consulenza e formazione, nasce nel 2012 dalla volontà di Alice Alessandri e Alberto Aleo di unire le loro esperienze per dare una svolta alla vita personale e professionale. Il progetto è basato sull’idea di cambiare la forma mentis del mercato rispetto ai concetti di “vendita”, “marketing” e “leadership” dimostrando che fare business eticamente si può e può essere assolutamente efficace.

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