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di Alice Alessandri e Alberto Aleo

imprenditoria cooperativaSi possono integrare crescita professionale e umana, imprenditoria e scopi sociali? Alla cooperativa Paolo Babini, che si occupa di sostenere famiglie e minori in difficoltà, ci riescono con successo; per capire come fanno abbiamo incontrato Marco Conti, vice presidente e membro del comitato di direzione. La sua storia personale è intrecciata con quella della cooperativa ed entrambe mettono insieme etica e affari, felicità e successo. Marco, che è laureato in ingegneria meccanica, all’inizio della sua carriera si occupava di acquisti in un’azienda poi, come lui stesso racconta, “mi sono chiesto se fosse proprio quello che volevo farecosì ridefinisce la sua carriera e approda nel sociale…

Che cosa cerchi nella tua professione e quali talenti metti in gioco praticandola? 

Cerco di mantenere allineato “quello che sono” con “quello che faccio”, ho infatti bisogno di dare un senso alla mia attività professionale. 15 anni fa ho scelto di cercare nella mia professione il significato profondo della vita: forse inizialmente è stata “una via di fuga” da un lavoro che non amavo ma quando ho smesso di scappare ho capito che potevo trovare una direzione professionale che andava incontro ai miei valori. Per riuscirci ho dovuto usare competenze e capacità, intelligenza cognitiva e emotiva, ingegneria e didattica (Marco è anche laurato in Pedagogia n.d.r.). Questa diversità d’approccio è forse il mio vero talento.

Che cosa dai agli altri attraverso il tuo lavoro e come? 

Dò sicurezza perché di fronte ai problemi ho l’aria di uno che non si spaventa. Certo a volte sono in ansia internamente ma penso sempre a come accompagnare il cambiamento in modo morbido. In generale sono una persona serena e credo che anche le crisi più grosse agendo con motivazione, metodo e competenze, prima o poi si risolvano.

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Che rapporto c’è per te tra felicità e successo

Sono entrambe due categorie molto soggettive, il cui rapporto non è sempre chiaramente definito. Per me ad esempio la felicità è fatta anche d’insuccessi perché è il percorso che mi da gioia e non solo il risultato. Guardando indietro, agli insuccessi della mia vita spesso è corrisposto un aumento di felicità. Quando ad esempio le cose non sono andate come volevo o pensavo, poi il risultato in termini di esperienza è stato migliore.

L’economia classica ci ha insegnato che per raggiungere il benessere è necessario perseguire solo l’interesse personale, è così anche per te e che spazio dai all’etica nei tuoi rapporti di lavoro? 

In Paolo Babini puntiamo moltissimo sul benessere perché il nostro lavoro è mirare allo sviluppo e all’innovazione personale dei nostri utenti e dei nostri soci. Il modello cooperativo in questo ci avvantaggia perché cooperare significa qualcosa di più di collaborare: noi non mettiamo insieme solo gli strumenti ma condividiamo anche una visione fatta di bene comune. Nel nostro ultimo progetto Piada 52 (una piadineria che ha lo scopo di inserire i giovani nel mondo del lavoro e riqualificare il parco forlivese dove sorge n.d.r.) ad esempio gli utili realizzati generano benessere per il parco e la comunità.

Tutti parlano di crisi, ma come è davvero cambiata la tua professione in questi anni e che lezione hai imparato per migliorarti? 

La crisi nel nostro settore è arrivata come un colpo di coda, più in ritardo rispetto alle dinamiche del mercato tradizionale. La lezione che abbiamo dovuto imparare è la consapevolezza che alcune cose che si davano per sicure, certe e intoccabili come ad esempio i finanziamenti pubblici, i rapporti con comuni e ASL, non lo sono più e dobbiamo innovare ed essere creativi per sostituirle con qualcos’altro. In termini assoluti quello che facciamo è uguale, ma cambiano le modalità. Ad esempio per l’inserimento lavorativo oggi usiamo progetti come Piada 52 e non più soldi pubblici. Spesso nel nostro settore la crisi coincide con l’incapacità di rispondere al cambiamento e affrontare il mercato che di per sé è una grande opportunità.

marco conti

Quale suggerimento vuoi dare ai lettori in base a quello che hai vissuto? 

Agite con ottimismo e speranza perché queste sono alleate, se non addirittura coincidenti, con l’idea di felicità. Dalla mia cultura cattolica ho imparato che è proprio nei momenti di fragilità che si costruisce la propria forza. Don Amedeo, uno dei fondatori della nostra cooperativa, in un momento di sconforto personale e professionale mi disse “è una benedizione perché ti restituisce il senso della tua umanità: la forza più grande cui ognuno di noi può fare appello”.

| partem claram semper aspice |

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Un percorso accademico non convenzionale insieme ad una carriera manageriale che è durata più di un decennio nel ruolo di responsabile marketing e di direttore vendite per note aziende italiane, mi hanno trasformato in un “architetto” di strategie di mercato. Nel 2011 ho fondato insieme a mia moglie Alice lo studio di consulenza e formazione Passodue il che mi ha permesso di poter mettere a disposizione dei clienti un bagaglio di esperienze e conoscenze molto vario, che spazia dall’economia, al marketing, alla gestione di reti commerciali.

Questo articolo ha un commento

  1. GRAZIE Alice e Alberto per questo articolo che è e sarà un contributo importante e darà un valore aggiunto al mio percorso di crescita imprenditoriale con il progetto mio e di mio marito Matteo che è iniziato un anno fa. Piadinzuola è il suo nome. Un abbraccio forte ad Alice!
    Gabri

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