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Tra le parole più usate e abusate degli ultimi anni possiamo sicuramente annoverare cambiamento, anche a causa delle importanti e difficili sfide che ci siamo trovati ad affrontare a livello mondiale. Si parla ad esempio di cambiamento climatico, cambiamento delle abitudini lavorative e cambiamenti sociali.
A ben guardare il termine cambiamento ha assunto una sfumatura negativa che è da associare al fatto che quasi sempre ci sembra di subirlo dall’esterno: uno o più eventi inaspettati che portano sconvolgimento nelle nostre vite. Eppure, come diceva Darwin, nella capacità di reagire al cambiamento risiede la forza dell’essere umano, quella che lo ha fatto sopravvivere assegnandogli il ruolo di specie dominante.
Possiamo diventare capaci di cogliere l’opportunità evolutiva contenuta in ogni cambiamento che ci viene stimolato? In questo articolo risponderemo a questa fondamentale domanda.
Cambiamento ed evoluzione: elementi vitali per l’essere umano e le organizzazioni
Nella ricerca della risposta, partiremo dal fare chiarezza sull’uso della parola; con il termine cambiamento si intende una modifica, il mutamento di una situazione, si fa riferimento ad un evento più istantaneo ed è esteriore. Spesso la parola cambiamento viene usata come sinonimo di trasformazione ma quest’ultima fa riferimento ad un processo e dunque richiede uno sviluppo più lento e graduale. Nella trasformazione c’è dunque un passaggio di forma o di stato che è anche interiore. Si parla ad esempio di “trasformazione digitale” e non di “cambiamento digitale” per indicare che si tratta di un processo il quale richiede una modifica interna delle modalità operative dell’azienda e dunque delle persone che ne fanno parte.
L’evoluzione rappresenta infine la direzione verso la quale avviene il cambiamento o la trasformazione, essa è il compimento del passaggio da una forma ad un’altra, più completa e perfetta.
Ogni essere vivente muta: una farfalla che ci delizia gli occhi prima è stata un bruco e poi una crisalide. Le nostre cellule si rinnovano continuamente, così come cambiano i nostri pensieri e le emozioni.
Le aziende che restano sul mercato sono quelle in grado di cambiare e trasformarsi nel tempo: proprio perché fatte di persone queste ultime saranno inevitabilmente coinvolte e devono essere capaci di adattarsi alle mutazioni.
Persone e organizzazioni devono rimanere unite e compatte durante questi processi trasformativi: i momenti più difficili, a tratti spaventosi, saranno infatti quelli in cui ci accorgeremo di non essere più dove eravamo prima ma non ancora approdati ad una nuova forma compiuta. Sapere di non essere soli è molto confortante e motivante. La paura accompagna quasi sempre i processi di cambiamento e proprio ad essa è dedicato il prossimo paragrafo.
Cambiare dentro per cambiare fuori: superare il mito della confort zone
Come già detto, la vita è evolutiva. Se razionalmente accettiamo questa affermazione, quando si tratta di affrontare i cambiamenti spesso ci spaventiamo, preferendo che tutto resti com’è. Cambiare costa fatica ma la resistenza che sentiamo interiormente è parte integrante del processo di trasformazione.
Il cervello oppone resistenza ai cambiamenti perché cerca di preservare le sue abitudini: gli costa meno fatica restare su procedure note, di cui oltretutto conosce gli esiti, mentre uscire dalla confort zone richiede impegno, volontà e un po’ di coraggio.
La rigidità blocca il processo mentre la flessibilità supporta la trasformazione promuovendo l’evoluzione.
Il segreto è cambiare rimanendo stabili interiormente, cioè preservando la propria essenza e autenticità che sono legate ai nostri valori e ai nostri scopi.
Dobbiamo inoltre tenere sotto controllo altre due nemiche del cambiamento che sono ansia e stress. La prima è lo specchio delle nostre paure rispetto a quello che sarà (e che oggi ancora non conosciamo) mentre lo stress fa capolino perché i momenti di trasformazione richiedono dedizione e impegno, pesando sulle nostre giornate. Come dunque superare tutto ciò, cogliendo il meglio dal cambiamento?
Sviluppare un’attitudine positiva: diventare protagonisti del cambiamento
Per affrontare correttamente il cambiamento dovremo interiorizzarlo, cioè trasformare gli input esterni in un processo evolutivo che parta da noi. Compiere questa operazione significa fare ricorso alle abilità personali di cui però dobbiamo essere consapevoli e che dobbiamo aver imparato a gestire. Prima fra tutte ci servirà la nostra intelligenza emotiva, in grado di tenere sotto controllo le reazioni agli stimoli esterni.
Affrontare un cambiamento di qualsiasi natura diventerà un’opportunità educativa, perché ci consentirà di conoscerci meglio e osservare la nostra reazione agli eventi.
La capacità di vivere al meglio ogni trasformazione implica dunque un movimento dall’interno (identità e valori) verso l’esterno (i nostri comportamenti e i loro effetti sull’ambiente in cui viviamo). Quando c’è coerenza tra chi siamo e come agiamo siamo autentici, credibili e questo ci consentirà di affrontare con pro-attività ogni situazione che ci troveremo a vivere, anche se non l’abbiamo generata o tantomeno voluta.
Viviamo nella convinzione di poter controllare la vita eppure lei evolve, muta, si trasforma, imboccando direzioni inaspettate e incomprensibili. Ciò che rimane sempre in nostro potere è il come reagire a queste repentine svolte. Serve tempo per allenare l’attitudine al cambiamento, ma essa è una delle chiavi più potenti per vivere a pieno, dando un senso a ciò che è.
| partem claram semper aspice |
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