Parlare del ruolo del femminile nella società, più specificatamente nel mondo del lavoro, non è per nulla semplice. La mente va automaticamente all’immagine delle suffragette, si pensa al ministero per le pari opportunità, alle lotte per la parità salariare o a tutte quelle corrette rivendicazioni che vogliono valorizzare le donne nei contesti professionali. Spesso infatti il concetto di donna e quello di femminile vengono usati come se fossero intercambiabili, mentre hanno significati molto diversi: “femminile” è un attributo che entrambi i sessi possono integrare. Il tema è dunque complesso, ma allo stesso tempo molto affascinante e attuale. Se ne occupano le grandi multinazionali della consulenza come McKinsey e, nel nostro paese, autori come Silvia Zanella nel libro “Il futuro del lavoro è femmina”. Nascono addirittura convegni specifici e sempre più aziende chiedono supporto per costruire percorsi dedicati. Questo è dunque un articolo sul femminile in azienda e sul ruolo strategico che, siamo certi, giocherà già dal prossimo 2022.
Cosa sono i “principi femminili”
Il concetto di femminile è certamente connesso archetipo della madre che accoglie in grembo la nuova vita, la porta alla luce, la nutre, protegge e aiuta a crescere fino a quando il nuovo individuo raggiunge il suo pieno sviluppo.
Tutte le qualità che supportano e rendono possibile questo processo ovvero flessibilità, apertura, condivisione e cooperazione, ascolto ed empatia, gentilezza, pazienza, inclusività, capacità di cura e di entrare in relazione, fiducia e dialogo compongono la costellazione di principi definiti femminili.
Values of the Feminine and Masculine Economy created by sister.is
Nel mondo del lavoro queste qualità vengono spesso raccolte sotto la definizione di soft skills ma, come suggerisce Simon Sinek, le potremmo chiamare più semplicemente human skills. Uno sguardo superficiale ci porterebbe a pensare che sia sufficiente seguire un manuale di tecniche per acquisire le abilità sopra elencate, ma in esse c’è di più. Il principio va infatti oltre la tecnica perché include l’intenzione che sottende all’azione, riempiendola di significato. Ecco perché il percorso per sviluppare i principi femminili e applicarli in azienda parte dal prendere contatto con qualcosa di più profondo dentro di noi.
Il femminile al di là del genere
Come detto in premessa, è un errore associare i principi femminili esclusivamente al sesso femminile. Essi possono appartenere ad entrambi i generi, solamente per ragioni culturali, più che biologiche, sono diventati prerogative delle donne. Ogni essere umano è composto da un femminile e da un maschile e l’evoluzione di ognuno di noi passa anche attraverso la capacità di esprimere in modo armonico entrambe le parti.
Le convenzioni sociali, le religioni, gli stereotipi hanno portato molti uomini a tenere nascosto il femminile per paura di essere visti come deboli, troppo sensibili, emotivi e venire così appellati come “femminucce”. Ma in un mondo del lavoro in vorticoso mutamento, sconvolto da stravolgimenti epocali che hanno riconfigurato profondamente il modo di relazionarci con cliente e colleghi, abbiamo bisogno di persone – uomini e donne – più consapevoli, in contatto con ogni parte di se e con le loro emozioni, capaci di esprimerle in modo adeguato nelle diverse situazioni.
Più la nostra “completa umanità” verrà fuori anche nei contesti lavorativi, più saremo in grado di attrarre e mantenere relazioni di valore con i diversi attori del mercato.
Il femminile in azienda
La cultura androcentrica nelle organizzazioni aziendali è ancora quella dominante, dove lo stereotipo del successo è un essere umano “con le palle”.
Gli eventi degli ultimi anni hanno però accelerato i cambiamenti e, possiamo osare dire, che è in atto una silenziosa “rivoluzione gentile”.
Per lavorare in spazi condivisi, come quelli dentro i quali ci hanno costretto le nuove dinamiche post-pandemia, servono capacità di adattamento, tolleranza, flessibilità. Tutti elementi utili per conciliare vita personale e professionale.
Anche la leadership richiede oggi la capacità di dare fiducia e di porsi a servizio dell’organizzazione, sapendo costruire relazioni anche a distanza.
Darci la possibilità di sbagliare, di mostrarsi vulnerabili e imparare dagli errori sono oggi condizioni necessarie per costruire un ambiente di lavoro sereno e produttivo che attragga nuove risorse. E ancora, ritrovare la capacità di fidarsi del proprio sentire e dall’intuito, andando oltre la mera dimensione econometrica del business, ci da la possibilità di captare i segnali deboli, così importanti per cavalcare cambiamento e innovazione in tempi turbolenti.
Anche la scelta delle persone che lavorano con noi non si può fermare alla valutazione di CV scritti come autocelebrazioni, ma puntare a scoprire le qualità, i valori che guidano i collaboratori, tenendo bene in mente che sono spesso i percorsi professionali non convenzionali più significativi nel formare le capacità.
Da tutto questo emergono i principi femminili come elementi strategici per fare business nel 2022 e negli anni a venire.
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Un’economia al femminile non solo è possibile ma è anche auspicabile, d’altro canto se pensiamo all’etimologia della parola stessa economia οἰκονομία, comp. di οἶκος «dimora» e -νομία «-nomia» ovvero amministrazione della casa, ci rendiamo conto di quanto questa disciplina sia storicamente legata al dominio dei principi femminili che nella “casa” appunto hanno da sempre trovato contesto.
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Da noi di Passodue dunque l’augurio di riscoprire la vostra componente femminile e sentirvi accolti ovunque voi siate nella vostra interezza. Buone feste.
| partem claram semper aspice |
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