di Alice Alessandri e Alberto Aleo
Nel 2019 si festeggerà il cinquantesimo anniversario dello sbarco dell’uomo sulla luna, un’impresa per quegli anni tanto straordinaria da sembrare impossibile, che per certi versi conteneva una sfida oltre i limiti della razionalità e proprio per questo da molti contestata. Comunque sia quella vittoria, come tante altre conquiste dell’umanità entrate nella storia, è arrivata solo a fronte di molti fallimenti ed errori a volte vitali. L’impresa di Armstrong e Aldrin ci ricorda dunque che il legame tra vittoria e sconfitta è molto stretto, anche se nella cultura contemporanea pare proprio si sia spezzato, anzi chiunque rivendica vittorie che a ben guardare o non sono tali o non sono sue, pochissimi raccontano invece dei propri errori non cogliendo l’occasione così di imparare la lezione.
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L’etica del fallimento
Quando Neil Armostrong mise per la prima volta piede sul polveroso suolo lunare, pronunciando la famosa frase “un piccolo passo per l’uomo ma un grande passo per l’umanità” probabilmente intendeva sottolineare come il suo gesto non fosse tanto significante per se stesso ma per tutti coloro che erano venuti prima di lui e per le generazioni future. Questa prospettiva temporale è proprio ciò che ci serve per riavvicinare i concetti di vittoria e sconfitta: un insuccesso di oggi può infatti rappresentare – in una prospettiva “storica” diversa – un grande contributo all’evoluzione di domani. È questa la ragione per la quale esistono sistemi sociali in cui i fallimenti hanno un posto d’onore sul petto degli eroi, così come le medaglie ricavate dalle vittorie. Un esempio? La Silicon Valley, luogo nel quale – come ci ha raccontato il nostro amico Matteo Fabiano in un articolo di qualche tempo fa
i finanziatori di start up non sono disponibili ad aiutare alcun neo-imprenditore se questi non ha prima dimostrato di aver cumulato una serie di errori che gli abbiano permesso di imparare!
Una missione più grande
Che ci piaccia o no la nostra vita è immersa in un sistema di relazioni e interdipendenze ramificato. Questo comporta due considerazioni: primo non possiamo ottenere risultati senza il contributo degli altri, secondo tutto quello che crediamo riguardi solo noi ha un effetto anche su chi ci sta intorno. Allargare la prospettiva “sociale” del concetto di vittorie e sconfitte, ancora una volta ci permette di capire come esse non siano poi così distanti. I successi ad esempio possono assumere tutt’altra veste se per ottenerli ho generato danni a qualcuno o se non sono disposto a condividerne i risultati. Un mio errore può invece permettere a qualcun altro di evolvere o partire da una base di esperienza più elevata nel compiere le sue scelte, sempre a patto che io sia disposto a raccontare, sinceramente, la storia delle mie cadute.
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Raccontare una storia credibile
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Nel baglio di tutti noi ci sono sbagli clamorosi che con il tempo si sono rivelati tappe fondamentali per la nostra evoluzione.
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Lo psicanalista Jung descriveva la vita come un “Viaggio dell’eroe” ovvero un percorso a tappe che alla sua conclusione ci consegna ad un livello di esistenza più elevato. Secondo il medico svizzero la nostra esistenza è caratterizzata da momenti, opportunità, ostacoli ed anche da diversi ruoli che ci troviamo ad interpretare lungo il cammino. Arriviamo innocenti all’appuntamento con il destino per poi scoprire che non tutto è così roseo come sembra, si rende necessario allora abbandonare le vecchie certezze e convinzioni per mettersi a cercarne di altre. Quindi scopriamo di dover combattere per i nostri sogni e, se ne abbiamo la possibilità, provare a costruire un nuovo sistema di certezze che ci assicuri pace e serenità includendo al suo interno anche chi ci sta a cuore. Si affaccia allora una nuova saggezza che poi, solo alla fine e solo per alcuni, può trasformarsi in vera gioia e spensieratezza. Le teorie di Jung sull’eroe che è in ciascuno di noi, con le sue cadute e risalite, sono state applicate con estremo successo anche alla prosa e alla filmografia perché in effetti rendono empatica e affascinante ogni storia. Quello che ti consigliamo è quindi di provare a ripercorre i momenti fondamentali della tua esperienza, soffermandoti sia sulle vittorie che sulle difficoltà e gli insuccessi, per inquadrarli in una storia vera e credibile da mettere a disposizione anche degli altri.
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Saper vedere tutto ciò che ci accade – nella vita e nel lavoro – all’interno di un percorso evolutivo temporale che non comprende soltanto noi, è il segreto per godere a pieno dei successi ma soprattutto per imparare dalle sconfitte.
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La nostra esistenza è costellata di quelli che apparentemente possono sembrare passi falsi, scelte errate, opportunità perse. Se la prospettiva si allarga però scopriamo che tutto è servito per portarci dove siamo adesso, permettendo non solo alla nostra vita ma anche a quella di chi ci circonda di modificarsi, scrivendo così insieme una storia perfetta, ricca e profondamente umana.
| partem claram semper aspice |
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