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di Alice Alessandri e Alberto Aleo

Cosa porta un potenziale maestro di sci prima a fondare un’azienda di geomarketing come Geocom Italia, che eroga servizi avanzati a supporto delle vendite e dell’internazionalizzazione delle imprese, e poi a diventare Presidente dell’Associazione dei giovani di Confindustria di Pesaro Urbino? Lo chiediamo a Carlo Renzi, protagonista di questa brillante quanto originale storia di successo e d’imprenditoria ma anche di sogni realizzati grazie alla passione, all’impegno e all’etica.

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Diario – Che cosa cerchi nella tua professione e quali talenti metti in gioco praticandola?

Carlo – ho sempre desiderato lavorare all’estero, così durante l’Università (Carlo si è laureato alla Bocconi n.d.r) avevo deciso di puntare sulla carriera diplomatica adoperandomi fino ad ottenere uno stage nell’ambasciata Italiana a Pechino. Era molto prima che la Cina diventasse quel gigante di crescita che è adesso ma già allora le opportunità correvano davanti ai miei occhi; durante la permanenza nel paese mi accorsi però che quella carriera non faceva per me così tornai in Italia con l’idea forte di cambiare radicalmente vita. Ho scritto su un foglio i miei talenti e i miei difetti, le cose che mi piaceva o non mi piaceva fare. Era il maggio del 2003 quando sono giunto ad una prima conclusione “amo sciare, sono bravo in questo quindi farò il maestro di sci!”. Dovendo attendere l’inizio della stagione invernale contattai il mio collega di studi Daniele Prioli (oggi suo socio in Geocom n.d.r.) che faceva già il consulente proponendogli di realizzare qualcosa insieme nel frattempo. Daniele mi rispose contento “va bene, però porta un pc e una sedia!!!”. E’ così che tutto è iniziato: volevo fare qualcosa di autonomo, non convenzionale e possibilmente circondato da amici. Avevo voglia di provarci insomma: se dovessi indicare cosa davvero mi ha aiutato a trovare la mia strada direi il gusto della libertà. Nel tempo ad esso si sono affiancati il buon senso, la professionalità e la capacità di intessere relazioni di lungo periodo. 

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Diario – Che cosa dai agli altri attraverso il tuo lavoro e come?

Carlo – quasi tutto quello che so della mia professione l’ho imparato dai clienti e a loro voglio restituire qualcosa che veramente li aiuti a rilanciare il loro business! Ai collaboratori io e Daniele cerchiamo di trasferire tutto quello che abbiamo perché come ci insegnò qualche tempo fa un imprenditore esperto “un leader deve puntare a rendersi inutile” solo così potrà responsabilizzare e far crescere la sua squadra.Il mio successo in tal senso lo misuro dal numero di telefonate che ricevo giornalmente: se ilnumero è basso vuol dire che sia io che la squadra stiamo lavorando bene. Come Presidente dei giovani industriali difendo l’idea che imprenditori non si nasce, ma si diventa grazie a competenze, capacità e condivisione d’idee.

Diario – L’economia classica ci ha insegnato che per raggiungere il benessere è necessario perseguire solo l’interesse personale, è così anche per te e che spazio dai all’etica nei tuoi rapporti di lavoro?

Carlo – L’etica nel nostro lavoro ha un significato ben preciso. I clienti investono nei nostri  servizi e questo budget deve rendere. Abbiamo l’obbligo morale di fare funzionare il meccanismo di produzione della ricchezza che lega noi al cliente: se incrementiamo i loro utili essi torneranno a investire su di noi alimentando un meccanismo che porta tutti in avanti. Se fai del bene ai tuoi clienti fai del bene a te stesso. Ai collaboratori il funzionamento di questo circolo virtuoso va spiegato con attenzione facendo in modo che essi non guardino solo alla singola fase nella quale sono coinvolti, ma a tutto il processo e ai suoi risultati.

Diario – Tutti parlano di crisi, ma come è davvero cambiata la tua professione in questi anni e che lezione hai imparato per migliorarti?

Carlo – In Geocom non abbiamo mai usato la parola “crisi”. Il mondo cambia continuamente, anche le sue regole, e bisogna adattarsi velocemente. Quello che oggi alcune aziende sperimentano è conseguenza dell’incapacità di adattarsi al cambiamento. A chi si ostina a parlare di crisi dico allora che aveva ragione Einstein quando diceva che ogni difficoltà è sana perché ti obbliga a migliorare! 

Diario – Quale suggerimento vuoi dare ai lettori in base a quello che hai vissuto?

Carlo – Io ho iniziato la mia avventura forse in un momento meno difficile ma ancora oggi vedo ragazzi che con un pc, una connessione internet, tanto spirito di sacrificio e lungimiranza si inventano il futuro. Allargando lo scenario strade aperte ce ne sono per tutti. Partite facendo la lista di ciò che avete, in termini di risorse, idee, talenti e passioni. Decidete in autonomia cosa fare della vostra vita ma sappiate anche chiedere aiuto e affiancarvi a qualcuno che è già in viaggio. Quando si è giovani non è ancora tempo di fare compromessi.

Carlo Renzi

L’intervista è terminata ma le ore piccole, la cena ed il vino ci giocano un brutto scherzo, così ci ricordiamo tardi di rivolgere al nostro ospite l’ultima domanda: Che rapporto c’è per te tra felicità e successo?. Carlo guarda sua moglie Marcella e risponde d’un fiato “per saldare successo e felicità una cosa è davvero fondamentale e cioè essere un team: guardare il mondo con quattro occhi invece che con due aiuta ad identificare molte più opportunità e poi se sei da solo godi a metà!”.

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Un percorso accademico non convenzionale insieme ad una carriera manageriale che è durata più di un decennio nel ruolo di responsabile marketing e di direttore vendite per note aziende italiane, mi hanno trasformato in un “architetto” di strategie di mercato. Nel 2011 ho fondato insieme a mia moglie Alice lo studio di consulenza e formazione Passodue il che mi ha permesso di poter mettere a disposizione dei clienti un bagaglio di esperienze e conoscenze molto vario, che spazia dall’economia, al marketing, alla gestione di reti commerciali.

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