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di Alice Alessandri e Alberto Aleo
Scopri come evolvere dal silenzio all’ascolto per migliorare le tue relazioni e affinare la comunicazione empatica. Guida pratica con livelli, esempi e test.

In comunicazione si parla tanto dell’importanza di sviluppare una buona capacità di ascolto. Anche noi abbiamo dedicato un articolo all’argomento dal titolo significativo “Io vendo, voce del verbo ascoltare” che lega l’ottenimento di risultati commerciali a questa fondamentale soft skill. Saper ascoltare non serve soltanto a vendere di più, definisce anche la qualità delle nostre relazioni, trasformandoci in interlocutori piacevoli, interessanti e capaci di attivare naturalmente empatia.

Ma come capire se siamo o meno buoni ascoltatori e soprattuto come ci si allena a diventarlo?
In questo articolo vi forniremo indicazioni utili per diagnosticare e migliorare il vostro livello di ascolto!

I diversi livelli di Ascolto

Generalmente si individuano 3 livelli di ascolto:

  1. l’Ascolto Superficiale, quando si pone l’attenzione solo sui contenuti verbali di ciò che l’altro esprime, spesso sintetizzandoli e riassumendoli in presa diretta. É l’ascolto che corrisponde alla lettura veloce di un testo. Si basa su meccanismi cognitivi rapidi che fanno riferimento ad esperienze pregresse e pregiudizi dunque facilmente falsati da bias 
  2. l’Ascolto Parziale si attiva quando andiamo oltre i contenuti e iniziamo a comprendere anche i significati. Più o meno consapevolmente ci arrivano anche stati d’animo, intenzioni e punti di vista. Questi nuovi input rischiano però di distrarci e di indurci ad un dialogo interno che ci porta via
  3. l’Ascolto Attivo o pro-attivo, è un ascolto responsabile, libero dal giudizio, che non si pratica solo con le orecchie ma pure con tutti gli altri sensi aggiungendo anche la nostra capacità di esprimere empatia. 

Osservatevi dunque per comprendere se siete surfisti dell’ascolto, cosa che vi consegna alla prima categoria, oppure tendete alla distrazione classica di chi pratica l’ascolto parziale. Se invece siete dei guru capaci di rimanere focalizzati sulla conversazione, cogliendo gli aspetti più sottili del linguaggio non verbale e decodificando anche gli stati interiori di chi vi sta di fronte beh, allora siete delle mosche bianche che non hanno nulla da imparare! Per tutti gli altri cerchiamo di capire come si diventa ascoltatori migliori.

Dal Silenzio all’Ascolto: il ruolo chiave del Silenzio

Per evolvere la nostra capacità di ascolto è necessario soffermarci sul suo pre-requisito fondamentale: il silenzio. Il percorso dal silenzio all’ascolto comincia, appunto, con l’imparare a fare spazio.

Ad ogni livello di ascolto descritto nel paragrafo precedente corrisponde un tipo specifico di silenzio che, se praticato, ci permette di sviluppare le qualità necessarie per proseguire nel nostro cammino evolutivo come ascoltatori.

Silenzio Fisico

Il presupposto necessario anche per praticare il solo Ascolto Superficiale (che ci crediate o no certe persone non sono in grado di esercitare nemmeno quello) è il Silenzio Fisico. Significa evitare rumori, interruzioni, barriere e qualsiasi altra cosa che fisicamente possa impedire l’arrivo di suoni e immagini ai nostri sensi, compromettendo la comprensione. Scegliere una stanza silenziosa, chiudere il PC, fissare lo sguardo sull’altro ed evitare di parlargli addosso sono tutti modi di praticare il Silenzio Fisico.

Silenzio Mentale

Per l’Ascolto Parziale sarà necessario migliorare ulteriormente la qualità dei nostri silenzi attuando il Silenzio Mentale. Noi occidentali, in particolare, siamo abituati a dialogare costantemente dentro la mente, formulando frasi per controbattere, preparando risposte, seguendo connessioni di pensiero e molto altro. Sono queste le distrazioni che ci impediscono di migliorare il nostro ascolto. Interrompere il dialogo interiore può essere molto difficile: iniziate smettendo di progettare risposte o costruire modi per replicare a ciò che dice l’altro!

Silenzio Emotivo

Quello che caratterizza coloro che riescono ad ascoltare attivamente è una condizione che noi chiamiamo Silenzio Emotivo e corrisponde ad un cuore aperto alle proprie emozioni e a quelle dell’altro. Farsi attraversare dai feedback emotivi, senza giudizio ma rimanendo appunto in ascolto, è uno dei doni più grandi che possiamo fare a noi stessi e all’altro ed è… difficilissimo!

É infatti una condizione che avviene solo nel qui e ora, un flusso di momenti di piena attenzione che va mantenuto con l’allenamento costante.

Ma cosa si guadagna da tutto questo sforzo?

L’Empatia come risultato dell’Ascolto

C’è una scena tratta dal film capolavoro “Inside Out” in cui l’elefantino, ovvero l’amico immaginario della protagonista, è disperato perché teme di essere dimenticato. Il personaggio che interpreta l’emozione della Gioia prova dunque a consolarlo cercando di farlo pensare a cose positive ma di fatto sovrapponendosi al suo stato emotivo e sottraendogli ascolto. Entra allora in scena Tristezza che, grazie al suo comportamento empatico, consente all’elefantino di esprimere tutto il suo dispiacere facendolo sentire compreso così da vivere fino in fondo il suo stato d’animo per accettarlo e superarlo. Alla domanda di Gioia “Come ci sei riuscita?” Tristezza risponde semplicemente “Ascoltando”; da quel momento Gioia guarderà alle altre emozioni con occhi nuovi. Questa poetica scena ci ricorda quali siano i doni dell’ascolto che vanno oltre la sola empatia.


Lasciare spazio all’altro per esprimersi è un regalo incredibile, che ha un immenso potere trasformativo sia per chi lo riceve sia per chi lo offre.


Test d’Ascolto

Vuoi sapere a che punto sei nel tuo percorso dal silenzio all’ascolto? Nella sezione “Contenuti Premium” dell’area riservata, cui ti puoi iscrivere cliccando qui trovi un semplice quanto efficace test di ascolto. Rispondi sinceramente alle domande proposte per scoprire che tipo di ascoltatore sei. Individua poi le risposte dove hai ottenuto i voti più bassi: ti suggeriamo di allenarti a praticare quel tipo di azione per vedere migliorare le tue capacità di ascolto.

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Passodue, studio di consulenza e formazione, nasce nel 2012 dalla volontà di Alice Alessandri e Alberto Aleo di unire le loro esperienze per dare una svolta alla vita personale e professionale. Il progetto è basato sull’idea di cambiare la forma mentis del mercato rispetto ai concetti di “vendita”, “marketing” e “leadership” dimostrando che fare business eticamente si può e può essere assolutamente efficace.

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