di Alice Alessandri e Alberto Aleo
Questa settimana vi vogliamo parlare della bellezza e del suo modo di relazionarsi con i valori di una comunità.
Il poeta inglese Keats ha scritto “bellezza è verità, verità è bellezza” in un’ode dedicata all’arte Greca condensando in pochi versi quello che sarà capitato anche a voi di sperimentare fermandovi a contemplare un paesaggio e il lavoro perfetto compiuto da madre natura, emozionandovi davanti a un’opera d’arte e pensando alla sapienza delle mani che l’hanno realizzata, scorgendo la bellezza di un uomo o di una donna – al di là dei lineamenti e delle forme fisiche – come manifestazione della pienezza della sua anima.
In questi due mesi ci è capitato più volte di essere riconosciuti come italiani e la reazione tipica degli americani è “ohhhhh – urlo acuto – amazing Italy!!!” seguito da “vorrei tanto andare a Venezia”, “il mio sogno è visitare Firenze”, “un mio trisavolo è nato in Sicilia e un giorno ci andrò ….” ed altre affermazioni simili.
Che cosa vedono da lontano gli americani nella nostra Italia mentre i suoi abitanti vivono distrattamente il suo meraviglioso patrimonio artistico e naturale?
Un’Esperienza a Martha’s Vineyard
Proviamo ad analizzare la questione raccontandovi quello che ci è successo in una giornata di pioggia a Martha’s Vineyard. Decidiamo di recarci nel paesino di Edgartown. Leggiamo la guida e scopriamo che possiamo visitare alla modica cifra di 10 $ i tre principali monumenti storici della città: una casetta in legno appartenuta ai padri pellegrini (1672), la villa di un ricco mercante di olio di balena (1840) e una chiesa di culto metodista (1843). A farci da guida una composta signora di circa 70 anni, in perfetto stile New England: polo bianca, maglioncino annodato sulle spalle e scarpe sportive. Insieme a noi due coppie di americani. Ci fermiamo davanti alla porta della chiesa, sotto gli ombrelli, e ascoltiamo per oltre 15 minuti i racconti della nostra guida che ci spiega com’è stato costruito l’edificio, l’intento dell’architetto, il supporto dato della comunità nel trovare i fondi e ci descrive con dovizia di particolari l’affresco che avremmo trovato all’interno, preparandoci alla meraviglia del suo effetto trompe l’oeil.
Entriamo carichi di aspettative… le signore e i signori americani si fermano increduli davanti all’opera d’arte, iniziano ad esclamare parole di stupore e meraviglia, si commuovono, chiedono ulteriori dettagli alla guida. Noi ci guardiamo, attoniti: in Italia abbiamo visto mille e più affreschi straordinari che farebbero apparire quello che stiamo osservando come un semplice lavoro di un maestro minore. Anche noi ci commuoviamo, ma per un motivo diverso, ponendoci la domanda del perché noi Italiani abbiamo perso la capacità di stupirci davanti alle autentiche meraviglie che abbiamo nel nostro paese, non valorizzandole a dovere mentre qui, anche un “semplice” affresco come se ne trovano tanti in qualsiasi chiesa di paese, riesce a coinvolgere, emozionare e creare valore per molti.
Ci torna in mente l’esperienza dello scorso dicembre quando abbiamo accompagnato a Firenze una coppia di cari amici palermitani per ammirare i capolavori del Rinascimento. Ci siamo ritrovati nostro malgrado in una città gremita di turisti che passavano distratti davanti alla magnificenza del David di Michelangelo dando una sbirciatina veloce, nessuno addetto a raccontarti la storia di questo capolavoro, di chi l’ha plasmato, del contesto storico in cui è stato progettato, del messaggio che volevano trasmettere l’artista e chi gli ha commissionato la scultura….
La necessità di valorizzare
L’Italia possiede un numero impressionante di capolavori artistici e naturalistici ma noi ci passiamo davanti distaccati e non curanti fino a lasciarle perire (pensiamo alla città romana di Pompei o ai palazzi di Palermo). Monumenti accessibili per pochissime ore al giorno dove spesso è impossibile prenotare una visita ed è un miracolo trovare qualcuno che con passione e cura ti dia spiegazioni.
A Londra l’ingresso nelle principali gallerie d’arte – National Gallery, British Museum, …- è gratuito. I più giovani hanno l’opportunità di vivere il rapporto con l’arte giocando: abbiamo incontrato bambini dell’asilo seduti a terra davanti ai quadri dei grandi maestri, intenti a riprodurli sul blocco di carta, con colori forniti loro dai premurosi inservienti del museo.
La capacità di riconoscere la bellezza si allena sin da piccoli.
L’arte nobilita e arricchisce l’uomo, fa vibrare l’anima, stimola la creatività, apre la mente, aiuta a sognare, allarga le prospettive e gli orizzonti, commuove ovvero ci muove dal passato al futuro verso la verità.
In Italia basterebbe alzare lo sguardo, pulire gli occhi e godere di tanta, tantissima bellezza, mentre oggi le opere d’arte e la natura sono diventate la “carta da parati” della nostra esistenza, uno sfondo bidimensionale che non sappiamo più riconoscere.
La bellezza invece va praticata, ne va fatta esperienza, altrimenti cessa di esercitare il suo potere esattamente come l’etica.
Un’altra lezione che ci porteremo a casa…
| partem claram semper aspice |
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Nuda e cruda verità. Ho girato per zone d’Italia questa estate che verrebbe da prenderli per le orecchie da tanta bellezza sprecata.
Non sono di natura esterofilo. Ma mi viene una gran rabbia. Di quelle autentiche. Di quelle che si vedono nei quadri. I nostri. Anche in quelli dei maestri minori.
[…] artistica, culturale ed eno-gastronomica vissuta, si fanno un’immagine positiva del Made in Italy cui si legano consumi indiretti come quello della moda, del design e di generi alimentari. […]