Nel calcio si pensa spesso solo alla squadra che va in campo, ma c’è un’altra squadra che conta almeno quanto quell’altra. È la squadra invisibile, quella dei dirigenti, degli accompagnatori, dei medici, delle riserve, dei magazzinieri e di chi prepara le trasferte.
Gian Paolo Montali, ex allenatore della nazionale di volley prestato successivamente al mondo del calcio, sostiene che per vincere servono due formazioni, e che la squadra invisibile, quella che sta dietro le quinte, spesso è quella decisiva nella vittoria.
Lo ascolto compiaciuta nel corso della convention dell’azienda per la quale lavoro dove è stato chiamato ad intervenire come motivatore. Lavoro nell’ambito dell’amministrazione, settore contabilità e bilanci, e in passato consulenti provocatori e poco illuminati spesso hanno definito il nostro settore con l’appellativo di “centro di costo”, “peso morto” o “quelli che vengono dopo, quanto i giochi ormai sono fatti”.
Certo, negli ultimi tempi, con l’importanza sempre crescente che ha assunto la finanza nell’ambito aziendale, la parte commerciale è stata ridimensionata a vantaggio del settore finanziario e del credito. La vendita è diventata meno importante dell’incasso, e solo con il compimento di quest’ultimo si può dire che il venditore abbia terminato il proprio compito.
Ma nei confronti dell’amministrazione vera e propria spesso permangono dei pregiudizi, anche reciproci, dettati dal rigore mentale degli amministrativi contro la spregiudicatezza contabile dei commerciali che non vogliono sentirsi imbrigliati in regole che possono frenare la loro azione.
Personalmente ho sempre provato molta stima per chi ogni giorno si muove sul campo e si relaziona con i clienti, a volte con l’ansia di raggiungere i risultati richiesti dall’azienda e spesso con mille dubbi e difficoltà. Noi contabili invece, da dietro le nostre scrivanie, sembriamo quelli che, asettici e fuori dal mondo, muovono i numeri dietro ai quali possono esserci computer, rubinetti o caramelle, ma con logiche che rimangono sempre le stesse a prescindere dal prodotto. Salvo poi riscontrare che anche dall’altra parte spesso c’è ammirazione per chi detiene le chiavi di un mondo, quello della contabilità, che risulta ostico ai più ma sul quale alla fine si viene valutati da parte dell’Azienda. A volte c’è una sorta di timore reverenziale verso qualcosa che non si comprende appieno, e che sembra troppo tecnico e troppo difficile. Per poi provare grande soddisfazione quando si comprende qualcosa in più su come funziona un bilancio, o su cosa si cela dietro alla sintesi di un numero che diventa così meno distante e meno ostile.
Parlarsi, comprendersi e venirsi incontro, fra chi appartiene a queste due anime dell’Azienda, rappresenta una grande ricchezza e una grande opportunità per una organizzazione che vuole crescere e vincere sul mercato.
Perché se in campo i giocatori sono undici, dietro ce se sono almeno una cinquantina che lavorano per il risultato della squadra. Insieme.
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L’ha ribloggato su L'homo sapiens sapiens è anche sapiens al quadrato?.