di Marzia Mazzi
Vi sarà capitato di andare da un cliente e di aver provato, già nel percorso che collega il parcheggio all’ingresso della sua sede, tante sensazioni… magari vi ha colpito la cura e la piacevolezza dell’ambiente circostante; oppure vi siete innervositi perché non era chiaro dove dirigersi e solo dopo diversi tentativi avete trovato la porta d’accesso, arrivando al vostro appuntamento trafelati e in ritardo. Lo spazio parla, racconta chi siamo, come lavoriamo, la passione e l’intensità che mettiamo nelle nostre azioni quotidiane; racconta la qualità del prodotto-servizio che offriamo ai nostri clienti; rivela il clima e l’affiatamento che abbiamo costruito nel nostro team di lavoro… e tanto altro.
Quando parliamo di ambiente di lavoro tendiamo spesso a focalizzarci esclusivamente sugli interni dei locali, ma ancor prima del “dentro” esiste un “fuori” che crea le condizioni di base.
Marketing e spazio di lavoro
L’ambiente è un fattore che il Marketing conosce bene, tanto che nel definire gli strumenti che renderanno operativa la strategia, riserva molto spazio a quelli dedicati al “farsi trovare”! Farsi trovare non dipende però solo dalla visibilità in termini d’immagine, pubblicità, web, ma anche dalla posizione e qualità del luogo di lavoro rispetto al contesto circostante. Per un negozio che senso ha investire nel rinnovamento di arredi e vetrine se il motivo di una scarsa affluenza dipende dalla visibilità dell’ingresso? Spesso semplicemente segnalando in maniera più efficace gli accessi o spostandoli (se è possibile) per renderli più evidenti e confortevoli il fatturato incrementa! Capita a volte che la visibilità sia ottima ma la posizione della cassa, alle spalle di una delle vetrine principali, trasmetta al cliente un senso di “rovesciamento” che crea confusione e lo scoraggia ad entrare. Ciò che accade “dentro” deve sempre essere messo in relazione a ciò che avviene “all’esterno”. Considerare il punto di vista ambientale significa fornire nuove possibilità di crescita al nostro lavoro.
Qualche consiglio pratico
Cosa fare quindi per verificare la visibilità? Una prima cosa importante è chiedersi da dove ci raggiungono i clienti. Ci sono più vie d’accesso o si arriva da un’unica strada? Dobbiamo per un momento trasformarci in esploratori e percorrere il tragitto (o i possibili itinerari, se sono più di uno) che compiono i nostri clienti per arrivare. Se dopo questo test vi rendete conto che l’ingresso non è poi così riconoscibile come immaginavate, come potrete migliorarlo? A volte basta semplicemente posizionare ai lati degli accessi degli elementi di richiamo: un totem colorato, una fioriera, un arredo o una scultura, delle luci. Oppure la poca riconoscibilità può essere dovuta ad un problema di posizionamento o design dell’insegna: troppo piccola o troppo affollata di contenuti.
Chiediamoci anche se l’ambiente esterno al nostro ingresso è piacevole o se ci sono elementi che “disturbano”: i cassonetti, ad esempio, sono la prima cosa da evitare! Mi è personalmente capitato di entrare in un centro estetico e di essere disturbata dalla vista di cumuli di immondizia…non è esattamente un buon biglietto da visita per un’attività che dovrebbe richiamare alla mente immagini collegate a salute, benessere e cura. Anche il supermercato (che vedete in foto) con al centro dell’ingresso un grande albero non invia un messaggio in linea con l’intento di attirare più clienti facilitando loro l’accesso!
Il dentro e il fuori devono inviare messaggi coerenti e essere entrambi oggetto della nostra attenzione progettuale perché come diceva il grande architetto F. L. Wright:
Ambiente e edificio sono una cosa sola. Piantare un albero nel terreno in termini di armonia con lo spazio abitativo ha la stessa importanza che arredare.
| partem claram semper aspice |
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[…] da aprire, ingressi nascosti, barriere di ogni tipo (rileggetevi anche il bell’articolo di Marzia Mazzi)! Il cliente va aiutato e stimolato ad entrare in un ambiente subito confortevole: le grandi catene […]