Creatività e innovazione sono oggi due “qualità” richieste dalle Aziende ai loro collaboratori, perché le imprese hanno bisogno di persone con idee utili.
La concorrenza rende l’innovazione indispensabile: chi smette di innovare è destinato ad un inesorabile declino.
Se questo è vero, vuol dire che le persone non solo hanno il diritto, ma persino il dovere di essere creative sul lavoro, proporre idee e soluzioni nuove, nuovi percorsi, nuove modalità, nuove prassi.
Eppure, a guardare la realtà quotidiana, mentre da un lato sono molte le persone con idee nuove a volte anche molto buone, moltissime sono le aziende che fanno di tutto per impedire ogni cambiamento, soprattutto se questo viene proposto “dal basso”.
Ciò accade nonostante il grande numero di seminari, pubblicazioni e approfondimenti di ogni genere, sulla necessità di innovare per superare la crisi. È un po’ come dire: “siamo tutti d’accordo, ma in teoria; invece qui da noi le cose sono diverse (naturalmente n.d.a.)”.
Cosa ci guadagna quindi il dipendente che si dà da fare e porta idee nuove, modi migliori e creativi per svolgere il proprio lavoro? In altre parole, perché le persone dovrebbero essere creative? Non certo per eventuali premi, molto spesso poco significativi, o per miglioramenti di carriera visto che, come detto prima, i “creativi” sono il più delle volte osteggiati.
La vera motivazione ognuno la trova in sé, perchè è indubbio che affrontare il lavoro con creatività sia fonte di gratificazione personale.
In effetti, eseguire meccanicamente e pedissequamente un compito stabilito da altri dà poca soddisfazione. Senza autonomia e senza metterci del proprio il lavoro è un peso sopportabile a stento. È invece provato che lavorare prendendosi autonomia e innovando dà stimoli e rende più felici. Questa è una fortuna per tutti, anche e soprattutto per le Aziende che possono contare sulla creatività “gratuita” di collaboratori che per la loro personale soddisfazione (in attesa che i loro datori di lavoro adottino atteggiamenti premianti o almeno non ostacolanti nei loro confronti) si assumono il rischio di portare innovazione e creatività là dove esse faticherebbero ad esistere.
Del resto l’innovazione si riconosce proprio dal coraggio di esplorare nuove strade, arrivando là dove nessuno è arrivato prima d’ora.
Non ci sono standard per il coraggio, ne titoli che possano certificarlo, è questo forse il motivo per cui in Azienda è così difficile premiarlo.
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….Credo che la libertà di poter creare,immaginare,sperimentare e quindi cadere,scivolare,sbagliare sulle”NOSTRE”idee per poi alzarsi più esperti e forti di prima,sia la libertà che determina e che ci porta a dire:Vale la pena vivere questa Vita….sopratutto quando si è Ascoltati. ERIKA