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di Alberto Aleo

La settimana scorsa sono tornato a Londra dopo un pò che mancavo. Tra le varie attività ed impegni, mi sono ritagliato un po di tempo per visitare il museo di Churchill e le “War rooms” dalle quali ha condotto gli alleati alla vittoria della seconda guerra mondiale. È stata una bella esperienza ma soprattutto una grande lezione.

È ormai risaputo che il management ed il marketing in particolare devono molto alla “codificazione” dei flussi di lavoro e alla strategia applicate in ambito militare, nulla di nuovo sotto il sole quindi nello scoprire analogie. Ciò nonostante è stato per me molto istruttivo capire come un personaggio complesso e contraddittorio, fino a poco prima afflitto da patologie che potremmo definire “depressive” e dal carattere estremamente rude, sia riuscito a condurre alla vittoria un gruppo di relativamente giovani ufficiali con molti meno mezzi a disposizione rispetto al famigerato esercito teutonico.

Personalmente credo che Churchill prima ancora di essere un abile stratega ed un leader carismatico sia stato un eccellente manager. In particolare ho scoperto che sono sue alcune delle idee di organizzazione del lavoro e gestione del flusso di informazioni poi adottate non solo in campo militare ma anche appunto nel marketing e più in generale nel management. Vi faccio alcuni esempi.

  • il bunker: Churchill non è il primo ad organizzare un centro operativo per condurre una guerra, ma lo fa in modo innovativo. Tutti i membri del team, compreso se stesso e la sua famiglia, vivono nel bunker che fa velocemente realizzare. Non ci sono solo ovvie ragioni di sicurezza in questa scelta (d’altronde il bunker degli inglesi è poco più di uno scantinato realizzato in un palazzo governativo) ma anche e soprattutto la necessità di essere flessibili sui turni di lavoro e di avere il team sempre a “portata di mano”.
  • la stanza delle mappe: Churchill fa organizzare praticamente da subito un stanza le cui pareti sono tappezzate da cartine geografiche di tutto il mondo. I suoi cartografi aggiornarono 24h su 24h e sette giorni su sette, per tutta la durata della guerra (l’aneddoto vuole che la luce nel locale sia rimasta accesa ininterrottamente dal 1939 al 1945), i movimenti di tutte le truppe di tutti gli eserciti presenti sui vari scenari. Churchill ed il suo team erano praticamente gli unici ad avere una visione sinottica e aggiornata dello svolgimento della guerra.
  • il flusso di lavoro: il Primo Ministro inventa di suo pugno un metodo per classificare i documenti e per archiviarli. L’obiettivo era semplice ovvero avere sempre chiare le priorità e recuperare velocemente le informazioni. Nell’era pre circuito stampato tutto questo ha fatto la differenza.
  • la comunicazione: sulla scrivania di Churchill c’era sempre un microfono ed un collegamento aperto con la BBC. I suoi discorsi sono rimasti memorabili, come la sua voce che con tono caldo pronuncia frasi tipo “Keep calm and carry on”. Ma Churchill aveva una idea di comunicazione molto più ampia e sofisticata che comprendeva anche la cura della propria immagine e di quella del suo paese. Si fa cucire delle tute da lavoro su misura, fuma il sigaro sul tetto del bunker mentre i Tedeschi bombardano Londra, non rinuncia all’abitudine di schiacciare sonnellini pomeridiani anche quando la situazione sembra volgere al peggio ed ovviamente informa amici e nemici di questa sua condotta.
  • la ricerca di informazioni: sappiamo che l’intelligence ha giocato un ruolo fondamentale nel conflitto, ma a parte le abili spie alleate, tutta la condizione della guerra da parte di Churchill è basata sulla ricerca, condivisione ed uso delle informazioni. Lo stesso bunker dove vive è organizzato in base al loro flusso.
  • l’analisi statistica: accanto alla stanza delle mappe, un altro locale accoglie i fogli e le lavagne sul quale il team del primo ministro raccoglie i numeri della guerra. Aerei abbattuti contro aerei ancora attivi, punteggi delle battaglie, numero di vittime dei bombardamenti ma anche frequenza ed intensità degli stessi. Così facendo Churchill intuisce prima le mosse del nemico e ne individua ritualità o punti deboli in modo da sferrare attacchi mirati.
  • la gestione del gruppo: il Primo Ministro è uno che urla e pretende, ma ascolta ed è flessibile nei giudizi. Il suo gruppo di lavoro subisce rimpasti, andate e ritorni di persone a seconda delle necessità. Si capisce che non c’è posto per pregiudizio, giochi di potere o altro che non sia strettamente necessario a conseguire il risultato.

La storia vuole che subito dopo aver vinto la guerra Churchill perderà le prime elezioni Inglesi post-belliche svolte nel 1945. Come solo ad un vero democratico servitore dello Stato può succedere, egli si ritira in buon ordine, passando le consegne al suo successore e dedicandosi all’attività di giornalista e scrittore che gli varrà l’aggiudicazione del Premio Nobel per la letteratura. Solo molto dopo e cioè nel 1955 – da ottantunenne – sarà richiamato a condurre la Nazione.

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Foto di Arthur Osipyan su Unsplash

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Un percorso accademico non convenzionale insieme ad una carriera manageriale che è durata più di un decennio nel ruolo di responsabile marketing e di direttore vendite per note aziende italiane, mi hanno trasformato in un “architetto” di strategie di mercato. Nel 2011 ho fondato insieme a mia moglie Alice lo studio di consulenza e formazione Passodue il che mi ha permesso di poter mettere a disposizione dei clienti un bagaglio di esperienze e conoscenze molto vario, che spazia dall’economia, al marketing, alla gestione di reti commerciali.

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