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di Luca Giorgetti

Diversamente da come accadeva in passato, oggi abbiamo la possibilità di vestirci di un lavoro più armoniosamente in contatto con la nostra natura autentica. Per questo motivo tra i miei obiettivi vi è quello di portare l’enneagramma in azienda. Ho scritto “vestirci di un lavoro” perché non dobbiamo mai dimenticare il fatto che siamo esseri umani ed il lavoro è il mezzo per esprimerci. Ma esprimere cosa, come, perché? Insomma come faccio a realizzarmi nel mio lavoro? Non posso rispondere a queste domande se non mi conosco meglio.


L’enneagramma è uno strumento meraviglioso in grado di dare alle persone la possibilità di conoscersi finalmente senza giudizio e senza dover passare da una moltitudine di analisi introspettive tediose e fuorvianti.


L’enneagramma nasce per semplificare la vita e non per complicarla.
Ma vediamo che cos’è.

I nove enneatipi

L’enneagramma, dal greco ennea (nove) e gramma (segno), è una figura geometrica complessa. Vi troviamo un cerchio, un triangolo e una forma a sei punte, detta esade, per un totale di nove punti sulla circonferenza. Il simbolo fu portato in Europa agli inizi del ‘ 900 dal maestro armeno G. I. Gurdjieff, ma la sua vera origine rimane avvolta dal mistero. Solo nella seconda metà del ‘900 incontriamo un nuovo utilizzo per questo simbolo, elaborato dal boliviano Oscar Ichazo: ognuno dei nove punti rappresenta nove personalità (o enneatipi) individuate da questo sistema. Possiamo intendere questa figura come una mappa in grado di farci vedere dove ci troviamo noi e dove si trovano gli altri.

Ciò che contraddistingue profondamente questo sistema dagli altri è il fatto di non essere un mero strumento di osservazione comportamentale del prossimo, ma un reale approccio conoscitivo alle motivazioni (se vuoi ripassare cosa sono le motivazioni clicca qui) di fondo di noi stessi e di chi abbiamo di fronte. Certo gli esperti di enneagramma possono notare con facilità l’enneatipo negli altri, ma questa informazione non dà loro soltanto chiavi di lettura superficiali legate alla forma, scende invece nelle profondità del contenuto del vissuto dell’individuo.

 

analisi introspettive

Photo Erik Mclean on Unsplash

Alcuni esempi di uso dell’enneagramma

Quando riconosco un enneatipo Quattro so bene di non dover ignorarlo con facilità. È invece importante interessarmi a ciò che dice, poiché egli teme che un mio gesto di disinteresse potrebbe riportare alla luce la ferita d’abbandono che ha vissuto e che è così importante per lui. Non solo: il suo essere prolisso nel parlare non è di certo dovuto alla sua vanità, ma al suo timore di non essere compreso! E dev’essere così: d’altronde le idee di un Quattro spiccano su tutte le altre in fatto di originalità.

Il silenzio di un Cinque non può essere scambiato per disinteresse: sta probabilmente riflettendo, nell’attesa di dare la risposta più intelligente e logica possibile, poiché teme il coinvolgimento emotivo. O cosa dovremmo dire se ad una riunione vedessimo scalciare un Sette, per via della lentezza con cui il tutto sta procedendo perché un Sei desidera affrontare ogni singolo dettaglio specifico? Un Sette detesta rimanere intrappolato nelle situazioni, dà il suo meglio nell’entusiasmo della novità ed appassisce nel discutere delle piccolezze. Il Sei invece ha bisogno di linee guida precise entro le quali lavorare, desidera fortemente che le responsabilità di ognuno siano definite poiché teme le recriminazioni.

Ancora, che ne è di quell’Otto che per nessun motivo vuol essere maltrattato e fa quindi la voce grossa? Va dritto al punto, senza girare intorno alla faccenda. Vuole la “ciccia” del discorso, senza tanti fronzoli. Di certo metterà i brividi ad un Tre, per il quale l’immagine è tutt’altro che un dettaglio. Lo sa bene anche un Due, che spontaneamente sa riconoscere i bisogni altrui meglio dei propri, un po’ come il Nove che si ammazza di lavoro pur di non dire che gli scoccerebbe dover affrontare questo o quel conflitto. Mica come un Uno, che vuol essere pienamente padrone della propria agenda: le cose si fanno bene o non si fanno!

Le riconoscete queste scenette?

Photo Adobe Stock


Ogni giorno noi viviamo l’enneagramma in azienda, anche se non lo chiamiamo così.


Gli occhiali adeguati per la realtà

L’enneagramma in azienda ha diversi applicazioni, fra tutte possiamo però evidenziare:

  • Permette un vero dialogo tra le parti. Spesso questo manca perché io so poco di me e tu sai poco di te, figurati cosa possiamo sapere l’uno dell’altro!
  • Consente di mettere la persona giusta al posto giusto. Perché dovrei obbligare qualcuno a fare qualcosa che non gli aggrada? Non solo faccio un danno al ruolo che andrà a rivestire, ma anche a quello che avrebbe potuto rivestire, a lui più congeniale!
  • Velocizza i tempi, tagliare tutta quella chiacchiera inutile che riguarda il cosa ne penserà uno o cosa ne penserà l’altro accelerando gli accordi.
  • Fa diventare la conoscenza di sé un’occasione non solo di crescita del team, ma anche dell’individuo stesso, che ridistribuirà la propria evoluzione personale all’interno del contesto lavorativo.

Ti ho dato solo un assaggio delle potenzialità dell’enneagramma.

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Questo strumento non si limita a definire lo status quo, ma fornisce efficaci soluzioni a situazioni stagnanti, ripetitive che stressano e causano dispendio inutile di energie.
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Se a questo punto hai voglia di sapere a quale enneatipo appartieni, scarica il test che trovi cliccando qua!

| partem claram semper aspice |

Le foto utilizzate – là dove non siano di proprietà della redazione o dei nostri ospiti – sono acquistate su Adobe Stock e IStockPhoto o scaricate da piattaforme come UnSplash o Pexels.

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