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Per aprire la partita Iva è necessario rivolgersi ad un commercialista, che poi vi servirà anche nel prosieguo per seguire la vostra contabilità come liberi professionisti. Di per se l’operazione non sarebbe complessa, però è necessario farsi consigliare sul tipo di attività da scegliere, se iscriversi o meno alla camera di commercio e se aprire una posizione Enasarco o no. Se avete, come è successo a me, dei contributi precedentemente versati come dipendente, consiglio di sentire anche un patronato INPS per chiedere loro informazioni sul rapporto tra la vostra “vecchia” posizione contributiva e la “nuova” che andrete a generare. Dal momento in cui avrete il numero di partita IVA (di solito ci vogliono non più di due giorni) dovrete far si che tutte le spese legate alla vostra attività vi vengano fatturate. Nel mio caso questo ha significato contattare società telefonica, assicurazione, telepass ed altri fornitori di servizi con cui avevo già dei contratti, per farmeli reintestare alla mia partita IVA. Oggettivamente la gestione di tutto ciò  (così come il pagamento di tasse, versamenti IVA e contributi previdenziali) complica non poco la vita di un libero professionista, ma voi non scoraggiatevi anzi ricordatevi che siete entrati a far parte della categoria che da sempre rappresenta – e sempre di più rappresenterà – la struttura portante dell’economia italiana! Speriamo che qualcuno dei nostri politici se lo ricordi…

| partem claram semper aspice |

Foto in copertina di Amol Tyagi su Unsplash

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